EGEA Records – SCA 149 – 2010
Pietro Tonolo: sassofoni
Gil Goldstein: pianoforte, fisarmonica
Riccardo Del Fra: contrabbasso
Francesco Sotgiu: batteria
Paolo Birro: pianoforte
David Boato: tromba
Dopo tre album tributo, come in una certa musica a programma (Lennie’s Pennies dedicato alla musica di Lennie Tristano; Italian Songs dedicato al repertorio italiano; Your Songs dedicato alla musica di Elton John), Pietro Tonolo si pone al pubblico e alla critica con un pregevole disco di proprie composizioni. Sassofonista affermato a livello internazionale, dopo una parentesi da violinista classico, decise di imbracciare i sassofoni e dedicarsi alla musica afroamericana con grande dedizione. E’ nato a Mirano (Venezia), dove ha trascorso infanzia e adolescenza, e ad essa Tonolo dedica dieci tracce di grande bellezza e di suadente lirismo, coadiuvato da ottimi musicisti come Gil Goldstein al pianoforte e alla fisarmonica, Riccardo Del Fra al contrabbasso e Francesco Sotgiu alla batteria e, in un due brani, Paolo Birro al pianoforte e David Boato alla tromba.
L’ispirazione proviene dai ricordi di quelle atmosfere e dal risentire le sensazioni di quegli anni. Come egli stesso afferma, infanzia e adolescenza sono sempre il serbatoio principale al quale si attinge.
Tutti i brani tradiscono una sapiente razionalità compositiva e moderazione solistica. Il disco ne risulta organico e coerente nello stile. Tutti i brani hanno un racconto o, per meglio dire, sono il racconto dei tempi che furono. Si odono e si materializzano le sensazioni vissute dal nostro sassofonista.
Nostalgia e intimità si fondono in un lirismo corposo e costituiscono la due facce della stessa medaglia.
L’improvvisazione non è mai in questo disco l’elemento principale, si confonde spesso all’interno della scrittura, in modo da diventare un tutt’uno col corpo della composizione. Si dà più spazio alle variazioni tematiche in modo da tener sempre in vista l’elemento melodico. Di vera bellezza gli impasti sonori con la fisarmonica di Goldstein, sempre raffinato e attento agli spunti melodici dei suoi compagni, uno strumento che in questo disco è evocativo e nostalgico (Bastia fuori). Ma anche il piano in Onirico e il sassofono in Ipnosi traducono quei ricordi in dolci note.
Un bel disco che si fa ascoltare da tutti, in cui la raffinatezza, il bel suono e le splendide composizioni, sono gli in gradienti per un progetto di alto livello musicale e culturale, tassello importante nel jazz di casa nostra ed europeo.