Greg Burk & Vicente LeBron – Unduality

Greg Burk & Vicente LeBron - Unduality

Accurate Records – AC-5061 – 2010




Greg Burk: pianoforte, moog, percussioni, voce

Vicente LeBron: percussioni, voce






Greg Burk e Vicente LeBron, le percussioni e i ritmi caraibici e la Prima Invenzione di Bach. Unduality è composto da tredici riproposizioni della Prima Invenzione di Bach, appunto, intervallate da dieci tracce di completa pertinenza delle percussioni, in un percorso che via via unisce le intenzioni e le forze dei due musicisti.


Un esercizio di stile è, in realtà, all’origine del lavoro. Burk riprende, stravolge, utilizza artifici e suggestioni per rileggere il tema: pianoforte preparato, percussioni, moog, voce diventano le chiavi per dare vita, di volta in volta, a una visione diversa del brano, così come approcci al pianoforte ed esercizi di scomposizione e sottrazione sulla partitura. Il cammino bachiano di Unduality è un tripudio di rigorosa mancanza di fedeltà all’originale e di rispettosissimi stravolgimenti: l’idea alla base è una sorta di composizione di figure, di suoni e di ambienti musicali a partire dalla celebre aria.


All’interno di un percorso volutamente divergente, ma legato in modo intrinseco ad uno strumento classico e europeo, le dieci tracce affidate alle percussioni. Poliritmie e voci, suoni e suggestioni della foresta disegnano un mondo speculare, complementare alla linea seguita da Burk nei suoi interventi sul tema e sempre più integrato – a partire da Unduality Two: Bach in Action le percussioni sono presenti e colorano le reinterpretazioni di Burk.


L’aspetto sostanziale del lavoro resta la supposta dualità tra il mondo ancestrale delle percussioni e la compiutezza formale della composizione di Bach. Ma come spiega il titolo del lavoro, la pratica seguita dai due musicisti sovverte tutto: i brani affidati alle sole percussioni sono compiuti nel loro racconto, il tema di Bach viene rielaborato secondo formule e pratiche diverse; l’elemento naturale, da una parte, e, dall’altra, la modernità e le esperienze musicali sopravvenute nei secoli successivi alla morte di Bach e le intuizioni del pianista mettono in discussione la forma definita della composizione e offrono lo spunto perle esplorazioni di Burk. Fino ad arrivare alla conclusione del disco – Unduality Thirteen: Vox Bach, con le voci a cantare le note e a disegnare le linee di fuga del tema – e completare la sintesi tra elemento naturale ancestrale e l’invenzione di Bach.


L’esercizio di stile proposto da Burk e LeBron interviene con ironia e profondità sulla forma e sulla sostanza del tema, una riflessione a partire da un tema celebre e universalmente conosciuto più che una variazione eseguita seguendo criteri predeterminati e alla lunga scontati. Unduality diventa in questo modo il banco dove mettere alla prova soluzioni e sorprese, intenzioni ed intuizioni, all’insegna della libertà espressiva: Burk e LeBron riescono a tenere in equilibrio creatività radicale e disegno complessivo, in un lavoro senz’altro originale ed inconsueto.