Gilberto Gil & Jaques Morelenbaum “The String Concert”

Foto: Priscila Casaes Franco





Gilberto Gil & Jaques Morelenbaum “The String Concert”

Roma, Auditorium Parco della Musica. 20.3.2011.

Gilberto Gil: chitarra

Jaques Morelenbaum: violoncello

Bem Gil: chitarra


Tra gli appuntamenti più attesi del cartellone di marzo dell’Auditorium di Roma spiccano quelli di due musicisti spesso catalogati sotto la voce world music, più che altro per la loro provenienza geografica: Mulatu Astatke e Gilberto Gil.


Un personaggio che non ha bisogno di presentazioni, neanche per il grande pubblico, è il cantautore brasiliano Gilberto Gil, in scena domenica 20 marzo in una gremita Sala Santa Cecilia. Il musicista di Salvador di Bahia ha da sempre abbinato alla musica una intensa attività sociale e politica che l’ha portato all’esilio londinese dal ’69 al ’72 prima, e a ricoprire a distanza di anni la prestigiosa carica di ministro della cultura nel 2003 nel governo Lula per circa sei anni. Fondatore alla fine degli anni sessanta con Caetano Veloso del movimento del Tropicalismo, considerato sovversivo dalla dittatura del suo paese, quest’anno ha deciso di ripercorrere la sua carriera, che gli è valsa dodici dischi d’oro e sette grammy, con un tour mondiale in un trio acustico di valore, accompagnato dal violoncello di un altro nome di spicco della musica brasiliana, Jaques Morelenbaum, e dalla chitarra del figlio Bem Gil. Il concerto viene aperto da una versione in perfetta solitudine di Flora con un Gil che si presenta subito in ottima forma. Come sempre cordiale e raffinato, con il brano successivo, Esotérico, accoglie i suoi compagni di scena. Morelenbaum fin da subito regala lampi di classe colorando con stile le melodie coinvolgenti di Gil, mentre più defilato rimane il figlio Bem che non cancella del tutto il dubbio che la sua presenza sia soprattutto legata al nome che porta. Il concerto segue l’andamento lento della bossa nova tipica dello stile di Gil, contaminata in qualche frangente da elementi samba e blues, come nei brani Seu Olhar o La Renaissence Africaine. Alla fine i brani saranno venti tutti a firma del cantautore, con i classici Andar com Fé ed Expresso 2222 che chiudono un concerto formidabile per gli appassionati del genere, prima della giusta ovazione finale e di ben tre bis, Oriente, A Raça Humana e Viramundo, che confermano ancora una volta la straordinaria generosità di un gigante della musica carioca.