Javier Girotto – Alrededores de la Ausencia

Javier Girotto - Alrededores de la Ausencia

JG Records – 2011




Javier Girotto: sax soprano, sax baritono

Horacio Burgos: chitarra

Diego Clark: voce, percussioni, chitarra

Martin Bruhn: percussioni

Fernando Bobarini: basso

Natalio Mangalavite: pianoforte, voce

Guillermo Quinteros: voce

Mingui Ingaramo: pianoforte






Javier Girotto ha registrato Alrededores de la Ausencia in Argentina, suonando insieme ad alcuni musicisti di Cordoba, la città in cui è nato. Nelle dodici tracce del lavoro il sassofonista presenta il lato più intimo e meno irruente del suo stile a confronto con una formazione agile, senza batteria e con la ritmica sostenuta da percussioni.


Il repertorio, scelto con oculata varietà, confronta la scrittura di Javier Girotto e Horacio Burgos e attinge al repertorio storico della canzone argentina – Carlos Gardel, Osmar Maderna e Don Andrés Chazarreta – per lasciare entrare nei solchi del disco le danze e le atmosfere tipiche dell’immaginario sonoro tipico del paese sudamericano. In modo naturale Girotto e i suoi musicisti riescono a trovare la chiave per sviluppare con personalità i brani di Alrededores de la ausencia: una miscela di passione, partecipazione, coinvolgimento lirico e interazione stretta tra le voci degli strumenti. Una scelta particolare tra i brani è quella di El Surco, composto dalla cantante e peruviana Chabuca Granda: in questo modo la formazione amplia i confini del proprio orizzonte musicale per dare ulteriori chiavi interpretative.


Lo spazio sonoro della formazione – amplia e variabile a seconda dei brani – si basa su due aspetti principali: la leggerezza ritmica e il ricorso agli unisono tra gli strumenti melodici. Se l’assenza della batteria investe tutti i musicisti del compito ritmico, i colori delle percussioni e l’apporto di Fernando Bobarini al basso elettrico – soprattutto la scelta di formare con note lunghe e corpose la spina dorsale della musica – aiutano la formazione a non perdere la spinta propulsiva e consente agli altri musicisti di tracciare le linee melodiche e di prodursi in un continuo e sempre raffinato dialogo, utile al sostegno reciproco ma anche, e veniamo al secondo punto, a definire il modo di esprimersi del gruppo. Le linee melodiche si cercano con costanza – sia nelle danze che nelle canzoni e nei brani originali – per estendere nell’unisono e nel dialogo serrato la propria espressività. La maggior parte dei brani viene condotta dal sassofono in coppia con la voce o la chitarra e le armonie costruite spesso attraverso linee cantabili o arpeggi rendono ancor più serrato ed efficace l’impianto del disco. L’organizzazione consente ai musicisti di muoversi fluidità sulla partitura, scambiarsi di ruolo e riuscire ad interpretare con gusto un repertorio vario in una dimensione sganciata da griglie consolidate.


Partendo dalla musica argentina e, più in generale, sudamericana, i musicisti si confrontano con tutta una serie di esperienze e di linguaggi. Alrededores de la ausencia è un disco di musica del mondo, prende le mosse da un punto ben preciso, da coordinate definite e ben individuate dalla provenienza dei brani e dei musicisti, una tradizione che i protagonisti conoscono profondamente e rispettano, ma, allo stesso tempo, entrano nei brani i riflessi dei tanti incontri del jazz con le tradizioni popolari. La presenza delle voci, l’attenzione all’improvvisazione, una regia abile nel gestire le dinamiche portano nel lavoro freschezza e un importante contenuto emotivo.


Anche perché Alrededores de la ausencia racconta la mancanza, la nostalgia, il distacco. Le ragioni della assenza potrebbe essere una traduzione molto libera del titolo, sarebbe forse più appropriata la versione latina, de absentia. E sono diverse le assenze o le nostalgie che convergono nel disco. Si può pensare alla voglia di Girotto di realizzare a Cordoba un disco solo con artisti argentini, si può pensare ai desaparecidos, si possono immaginare le atmosfere languide del tango. Il disco ha un suo aspetto emozionale forte, attraverso il quale riesce a stemperare la malinconia e la nostalgia e a rileggere il tutto in una dimensione passionale e appassionata. Lo stesso sassofono di Girotto si presenta in una maniera più discreta, suggerisce e racconta i temi, li affronta con delicatezza e, quando lascia prevalere la parte più energica e trascinante, fa sempre in modo che la melodia e l’emozione del brano rimangano al centro dell’improvvisazione.