Giovanni Maier – The Talking Bass

Giovanni Maier - The Talking Bass

Long Song Records – LSRCD 118 – 2010




Giovanni Maier: contrabbasso

Emanuele Parrini: violino, viola

Luca Calabrese: tromba, flicorno

Scott Amendola: batteria






Giovanni Maier è un ottimo contrabbassista, tecnicamente dotato e non privo di creatività. Sa anche distinguersi per essere un compositore a cui non mancano le idee. The Talking Bass, suo ultimo lavoro, lo conferma ampiamente: nove brani, di cui tranne El Manda, sono di suo pugno. Siamo nella galassia free, ma non è solo questo. Serpeggiano all’interno delle composizioni e degli assolo suoni che si riconoscono nel jazz più classico o altri che ci riportano agli antipodi dell’avanguardia e del bebop. E’ un continuo flusso umorale che dissemina le composizioni di slanci improvvisi o di brusche frenate. Momenti di stasi e corse a capofitto, tempi che cambiano e assolo che sfociano in invenzioni corali. C’è molta “roba” in questo disco e richiede diversi ascolti per discernere e apprezzare la musica suonata. La stessa title track, che apre il cd, ci presenta, nell’interplay tra contrabbasso e viola, l’atmosfera che regnerà in The Talking Bass. L’interazione tra i due strumenti crea delle nebulose musicali, una sorta di preparazione al big bang che arriva con Disk Dosk


Ma è il duetto, tirato, d’apertura tra contrabbasso e batteria di Crayon Rouge che spinge ad usare l’aggettivo formidabile. A questo si aggiunge la chiamata alle “armi” di tromba e di un violino stridente, diretto, tagliante nell’assolo, che cattura, con forza, la melodia di supporto della batteria e del contrabbasso. La tromba, anch’essa affilata come una lama, si lancia negli spazi aprendo squarci sonori di inaudita intensità. Un gran pezzo, forse il migliore dell’intero disco. E’ interessante, poi, il free di Due Cellule o le variazioni timbriche di Pampaluna Leroy Vinnegar, ottava traccia, si apre con un dialogo intenso tra contrabbasso e batteria. Nel mezzo s’insinua la tromba con interventi improvvisi e di breve durata. Poi è tutto uno svolgersi di assolo dei singoli strumenti che s’incrociano magnificamente, creando melodie che seguono un credo moderno di free jazz. In ultimo Wrong is Right, un pezzo swingante ma pregno di free, arricchito da un sostenuto assolo di batteria di Scott Amendola.