re:Think-Art Records – re0111 – 2011
Thierry Peala: voce
Bruno Angelini: pianoforte
Francesco Bearzatti: sax tenore, clarinetto
In Move is si uniscono l’amore per il cinema, la dimensione “eurocolta” del trio formato dal pianoforte e due voci soliste, l’incontro tra sperimentazione e melodia.
Thierry Peala, Bruno Angelini e Francesco Bearzatti danno vita ad un lavoro particolare e non scontato dedicato al cinema. Dal titolo del disco – Move is si può leggere come movies – ai titoli dei brani, dalle atmosfere ai riferimenti culturali e immaginifici, molta parte del lavoro proposto dai tre musicisti guarda al grande schermo. Si susseguono titoli dalla chiara e immediata “attribuzione” cinematografica: GuardieLadri, Mulholland, No spring for Marnie ma anche Umberto, dove il testo rimanda a Umberto D., e See Berg – in cui il gioco di parole e la dedica rimandano a Jean Seberg – e ancora Gena e L’orage, dedicate rispettivamente a Gena Rowlands e Romy Schneider. Negli altri casi – in ordine, Il fanfarone, Face à l’inconnu, A special day e Was it you? – testi e titoli incrociano ulteriori rimandi a film e a maestri come Il sorpasso di Dino Risi, Into the wild di Sean Penn, Una giornata particolare di Ettore Scola e Mortelle Randonnée (in italiano, Mia dolce assassina) di Claude Miller.
Le composizioni portano in dieci casi la firma di Bruno Angelini e, nelle restanti due, di Francesco Bearzatti. Un incrocio intrigante tra sperimentazione e ricerca melodica dove il pianoforte sostiene con grande respiro i ruoli armonici e ritmici e le due voci dialogano tra loro per condurre la musica e costruire insieme al pianoforte un tessuto saldo e aperto a ispirazioni differenti. Una dimensione rigorosamente acustica alla convergenza del gusto per l’improvvisazione, della gestione collettiva e corale, dei riferimenti colti: in questo senso si realizza l’incontro di sperimentazione e melodia, di sentimento lirico, aperture distese e linee sferzanti. Il trio non si nega nemmeno l’incontro con lo spirito della canzone: più che riprenderne la forma e le costruzioni tipiche, ne coglie la potenza espressiva e la comunicazione diretta in alcuni passaggi per visualizzare immagini e sensazioni.
Ogni brano è caratterizzato da soluzioni funzionali e messe in pratica con sagace presenza di spirito: se la line up lascia naturalmente spazi vuoti, come in Umberto ad esempio, il trio li utilizza per creare sospensioni ad effetto; se il tema di Face à l’inconnu mette a confronto diretto voce e sassofono, il pianoforte si defila per sottolineare con delicatezza il loro impasto; e, ancora, se il ritmo si fa tumultuoso come in Gena o nel finale di Face à l’inconnu Peala, Bearzatti e Angelini non si tirano indietro e eseguono con grande energia e impeto il dettato della composizione e il richiamo cinematografico.
Se nelle dediche e nei titoli citati in precedenza si passa ripetutamente dalla Francia all’Italia e agli Stati Uniti, allo stesso modo i brani vengono cantati in inglese, francese e italiano. Si aggiunge una ulteriore variante al suono e al mood del lavoro, la ricerca costante dell’accento che si adatta meglio a ciascun brano.
In ogni direzione, però, un suono pieno e deciso. Un trio dalla voce europea sia per le reminiscenze colte che per lo sguardo alle poetiche del neorealismo e della nouvelle vague. E soprattutto un trio molto attento alle proprie connessioni interne: spesso i musicisti si misurano con degli unisono, in qualche caso si ricorre a una sorta di contrappunto, i tre si applicano comunque e con costanza al sostegno reciproco. Pur nella dimensione rarefatta e senza mai appesantire le strutture i tre sono quasi sempre impegnati: un disco scritto con la profondità giusta per rendere equilibrata una situazione naturalmente sbilanciata verso la dimensione melodica.