Universal Classics & Jazz – 273 4688 – 2010
Nico Gori: clarinetto Bb, clarino basso, sax tenore e soprano
Tom Harrell: flicorno
Stefano Onorati: pianoforte
Stefano Senni: contrabbasso
Ettore Fioravanti: batteria
Non è poi così banale la considerazione che il “secolo breve”, il così gravido e probabilmente irripetibile 1900, lungo i suoi laceranti ed eccessivi sviluppi e progressi, sia anche stato il terreno di crescita del linguaggio jazzistico.
Di formazione evidente ibrida, il clarinettista Nico Gori riprende il succo delle molte anime stilistiche del secolo corso, e già dall’introduttiva A new minicoach si percepisce, a parte l’esplorazione vivace e curiosa dell’anima intima del suo strumento d’ebano, spinto lungo le ondate più potenti delle ritmica bop ma soprattutto plasmato sulle volute della più aperta e “novecentesca” classicità, il progetto di riprendere gli stati basilari di entrambe le forme delle nuove musiche di allora, qui elaborate lungo una personale fusion apertamente cameristica, esposta con agio e senza mire di stravolgimenti di forma, preferendo anzi un’esposizione accessibile e cordialmente composta
“Le sfumature e i significati di Shadows sono molteplici, come i colori della musica di questo disco. Non saranno gli occhi ad aiutarvi a scoprirli, bensì l’orecchio ed il cuore”.
Poco da eccepire peraltro sulla costruttiva coesione dell’ensemble, a partire dal contrappunto dello sperimentato compagno Stefano Onorato, dal pianismo avveduto e pienamente discorsivo, la solida e pulsante coppia ritmica dei titolatissimi Ettore Fioravanti e Stefano Senni, completando con un Convitato mai troppo “di pietra”, l’olimpico Tom Harrell, piuttosto incurante (e si spera inconsapevole) del risibile eccesso di cautele e della torbida mitologia imbastitagli intorno, che nobilita col fluente colore brunito del suo flicorno i momenti tra i più coinvolgenti dell’equilibrata operazione (Light Shadow, Night Shadow e la soffusamente lirica Thank You). Concludendosi lungo corsie di spedita freschezza (Orient Express, Total Eclipse), Shadows gratifica il nostro ascolto senza pretese di esposizione enciclopedica ma portando a compimento con smaltate energie un’utile e godibile rilettura dei complementari linguaggi delle grandi creatività del folgorante, complesso e a noi genitoriale Secolo.