Marcin Wasilewski Trio – Faithful

Marcin Wasilewski Trio - Faithful

ECM Records – 2208 – 2011




Marcin Wasilewski: pianoforte

Slawomir Kurkiewicz: contrabbasso

Michal Miskiewicz: batteria





Come un’aria d’opera che raggiunge il buio per poi diradarsi, come una notte invernale impercettibile, il nuovo disco di Marcin Wasilewski apre il sipario sull’orizzonte etereo di An Den Kleinen Radioapparat. Poesia scritta nel 1939 da Bertold Brecht durante il suo esilio in Danimarca. Fu poi Hanns Eisler nel 1942 a comporne il lieder per quel testo amaro contro la guerra che quarantacinque anni dopo Sting traspose in inglese nell’incanto di The Secret Marriage.


Wasilewski non è certo nuovo a queste meravigliose “sbandate pop” che ci riconducono alle cover già incise di canzoni di Prince o di Björk.


Qui il programma prevede invece la reinterpretazione del 50% del materiale presente con l’incantevole Faithful di Ornette Coleman, e, senz’alcuna riverenza formale, della misconosciuta Oz Guizos composta da Hermeto Pascoal, anch’essa docile e splendente di una placida mareggiata di onde e note.


Di assoluta eleganza, di grande dialettica nella pronuncia sono gli agili e delicati interventi di Slawomir Kurkiewicz e Michal Miskiewicz non solo partner musicali ma amici di adolescenza del pianista polacco. I tre, con l’iniziale sigla di Simply Acoustic Trio, suonano insieme dal 1990 e, compreso il trittico di dischi ECM, hanno inciso ben nove lavori a loro nome. A questi, oltre alle collaborazioni con Manu Katché, se ne aggiungono altri cinque con la leadership di Tomasz Stanko, il quale nel 1994 li accolse sotto la propria ala protettrice conducendoli presso la prestigiosa etichetta tedesca.


Altra rilettura è quella di Big Foot (titolo originale Figfoot), a firma di Paul Bley, caratterizzato da uno scoppiettante e divertente swing magistralmente spezzato negli esaltanti dialoghi a tre.


Standard antico e severo risulta infine Ballad Of The Sad Young Man che ci accoglie nella magica morbidezza di un chorus sapientemente costruito da Wasilewski in un abbandono sognante che mai si placa.


Il resto dell’incisione porta la firma del trentaseienne pianista di Varsavia. Tra le composizioni emerge il trascinante tempo alternato (6/8 e 11/8) di Night Train To You, l’elaborato modulo, cangiante di climi ora distesi, ora incalzanti di Mosaic nonché la cantabilissima melodia del medium Song for Swirek. Poi due ballad: Woke Up in the Desert e Lugano Lake. Splendide pagine di musica che si stagliano docili e ventose nella freschezza di un’aria levigata. Sono visioni di spazio e di terra scritte in forma di preghiera. Un regalo di bagliori e riflessioni nella costellazione di un lavoro tra i più belli ed esaltanti di questa seconda metà del 2011.