Enrico Rava sulle tracce di John Fante

Foto: Fabio Ciminiera





Enrico Rava sulle tracce di John Fante.

Torricella Peligna, Festival Il Dio di mio Padre. 20/21.8.2011.

La sesta edizione de Il Dio di mio Padre, il festival dedicato a John Fante, ha ospitato Enrico Rava a Torricella Peligna con un doppio appuntamento, il concerto del trombettista in duo con Giovanni Guidi e la presentazione di Incontri con musicisti straordinari, libro autobiografico scritto da Rava e pubblicato per Feltrinelli nella scorsa primavera.


Il duo con il pianoforte è diventato uno dei terreni più congeniali ad Enrico Rava nel corso degli ultimi anni, a partire dall’incontro con Stefano Bollani e ancor prima il dialogo con Mal Waldron, in I’ll be around, disco di Tiziana Ghiglioni, passando per i concerti con Dado Moroni e Danilo Rea.


Il duo permette al trombettista di muoversi con agilità sulla melodia, lasciando fluire lirismo e libertà, il gusto di seguire il dettato del tema e la possibilità di attingere a repertori differenti, dai brani originali agli standard del jazz. La voce di ciascun è la combinazione delle espressioni dei musicisti che lo formano, va da sé: l’incontro con Giovanni Guidi si muove su un terreno di sospensioni rarefatte, accogliendo gli spunti offerti in questa direzione dalla vena del pianista.


Il concerto tenuto per il festival ha unito una lirica e canonica My funny Valentine a una versione meno riconoscibile di Autumn Leaves, brani del trombettista dalle citazioni cinematografiche come Interiors, Certi Angoli Segreti e una interpretazione molto intensa di Tears For Neda, brano che andrà a far parte di Tribe, il prossimo disco di Rava, alla guida di un quintetto di giovani musicisti emergenti.


Repertorio consolidato e interpretato con grande partecipazione e disinvoltura da entrambi i musicisti per un concerto dove tensione, melodia, spazi per i solisti e dialogo con il pubblico hanno trovato sempre un equilibrio calibrato e disteso.


La presentazione del libro ha seguito lo stesso canone. Al dialogo con il pianoforte, si sono sostituite le domande del moderatore – vale a dire, il sottoscritto – e, al termine del’intervista, gli spunti proposti dal pubblico, in uno scoppiettante scambio di battute finale, di tutt’altro tenore rispetto al tanto temuto “seguirà dibattito”.


Autobiografico, ricco di episodi e personaggi rivisti in maniera normalizzante e dissacratoria, pieno di spunti su vicende storiche e luoghi attraversati dal trombettista: il libro scritto da Rava si presta in maniera naturale a uno scambio di battute rapido, informale e divertente. E il dialogo permette di dare evidenza e ulteriore precisione ad alcuni elementi. La determinazione e la voglia di essere nel posto giusto e nel momento giusto per poter suonare ed essere in continuo contatto con la scena del jazz internazionale a cavallo degli anni ’60 e ’70, lo sguardo disincantato ai colleghi e alle vicende che sono intorno alla musica e che, talvolta, raccontate dall’interno, hanno risvolti differenti da quelli immaginati dal pubblico.


La successione cronologica degli avvenimenti raccontati nel libro, ha condotto in modo naturale lo svolgersi della chiacchierata in un confronto continuo tra le vicende personali, le riflessioni a posteriori – fatte, cioè, a libro scritto e sotto lo stimolo delle domande – e il punto di vista di Rava. Elementi particolari come, ad esempio, la risposta data alla domanda, venuta dal pubblico, su quale sia la città dove un giovane musicista deve andare per cominciare la propria carriera. Se in un passaggio del libro, in qualche maniera, si evince la visione newyork-centrica, Rava ha avuto modo di spiegare e ampliare la risposta: e se, probabilmente, alcuni anni fa avrebbe consigliato Parigi, oggi New York è tornata ad essere la città dove tutti convengono e si confrontano in maniera continua.


L’atmosfera rilassata, la qualità e il forte radicamento sul territorio – con la presenza di Dan e Victoria Fante figli di John Fante, da sempre numi tutelari della rassegna diretta da Giovanna Di Lello e che quest’anno ha avuto Gianni Vattimo e Antonio D’Orrico tra gli altri protagonisti – e la partecipazione di un nome importante del jazz come Enrico Rava hanno fatto sì che la presentazione del libro, pur programmata alle 10.30, godesse di un pubblico davvero numeroso e pimpante, attento durante l’intervista e interessato a prolungare il dialogo e a farsi autografare il libro dall’autore.