JC Jazz Factory – 01JC09 – 2009
Carmine Ianieri : sax tenore, sax soprano
Marco Di Battista : pianoforte, Fender Rhodes
Un duo affiatato, il repertorio di un maestro del jazz. Questa il punto di partenza di Witch Hunt, disco registrato da Carmine Ianieri e Marco Di Battista e dedicato, come rivela il titolo, alle composizioni di Wayne Shorter.
Shorter ha indirizzato il jazz moderno. Un’affermazione forte quanto indiscutibile: lo testimoniamo la straordinaria freschezza dei suoi temi e la dirompente forza espressiva delle sue recenti prove in quartetto, la sua carriera nelle formazione guidate dai più grandi maestri del jazz e il rispetto incontrastato di tutti i musicisti e la venerazione che riscuote nelle generazioni a lui successive. L’intuizione del sassofonista americano è stata quella di cogliere le potenzialità della scelta modale e rapportarla in maniera moderna ed efficace sia alla tradizione che alla personalità: una sintesi estremamente lucida, disegnata con un estremo senso della misura, senza mai fuggire in avanti, ma allargando i confini e le possibilità del jazz.
Un punto di partenza ambizioso e difficile. La ricetta di Ianieri e Di Battista muove innanzitutto da due fattori umani: grande coesione e trasporto per la musica di Shorter. La prima si sente ed è necessaria per portare a compimento un progetto simile: grazie al secondo, invece, i brani del sassofonista statunitense sono entrati in modo sempre sostanziale nel repertorio delle diverse formazioni in cui hanno militato insieme i due musicisti. Ne è scaturito un rapporto profondo con i brani e, attraverso di essi, una sempre maggiore confidenza reciproca.
I temi sono scelti dai lavori pubblicati da Shorter negli anni sessanta, da Night Dreamer a Adam’s Apple: la preferenza ricade su brani dal forte impianto melodico, come 502 Blues o Infant Eyes, che permettono di realizzare in maniera esplicita la sintesi tra forza e lirismo, di dare respiro e vigore al discorso del duo. Il suono pieno e caldo dei due strumenti e la grande disposizione al dialogo realizzano il tessuto sonoro necessario a costruire e rendere assolutamente fruibili le armonie e le necessità ritmiche della musica.
Di Battista e Ianieri colgono in questo senso la lezione di Shorter: una sintesi continua ma senza frenesie, tra espressioni diverse, a volte anche contrastanti. Si avverte, nelle note del disco, l’esperienza e la maturità dei due musicisti, la confidenza reciproca, raggiunta anche, come si diceva, attraverso una lunga pratica shorteriana.
Gli stessi principi vengono applicati anche ai brani dal ritmo più sostenuto. La scaletta del disco propone, in apertura, Children of the night, El Gaucho e la chiusura con Witch Hunt, suonata da Di Battista al Fender Rhodes. La forza del sodalizio permette al duo di esprimersi con disinvoltura in tutti i casi: l’interpretazione dei brani di Shorter si arricchisce del “parere personale” dei due musicisti e sviluppa con grande intensità nel corso delle otto tracce.