Egea Records – SCA 159 – 2010
André Mehmari: piano, pandeiro
Gabriele Mirabassi: clarinetto
Zé Alexandre Carvalho: contrabbasso
Ricardo Mosca: batteria
André Mehmari e Gabriele Mirabassi condividono molte cose. Musicisti virtuosi e curiosi, portano entrambi nel proprio stile una grande varietà di influenze e accenti: la musica classica, gli autori contemporanei, le tante tradizioni del Brasile, una maniera ellittica e mai scontata di interpretare e utilizzare il jazz.
I tredici brani di Miramari – incontro sin dal titolo – mettono in evidenza come l’attitudine di André Mehmari e Gabriele Mirabassi sia quella di attraversare continuamente i confini linguistici – e, se si vuole, spazio-temporali – con un’esecuzione abile nel sovrapporre letture e con un approccio capace di inserire accenti e declinazioni personali e “di genere”.
Choro, valzer, omaggi ai grandi compositori brasiliani, personalità, sguardi incrociati sulle tradizioni di Italia e Brasile. Miramari costituisce un esempio di come si possa unire la compostezza formale del mondo classico e, in generale, della scrittura e del rispetto del genere con l’improvvisazione.
Nel disco il duo si muove alla ricerca della perfezione, della pulizia, della compiutezza. L’equilibrio delle interpretazioni dei due musicisti riesce ad evitare che tutto questo si tramuti in freddezza. Allo stesso modo il virtuosismo non diventa mai barocco. Anche nei passaggi meno riusciti, Mehmari e Mirabassi dipingono con mano leggera, mai narcisista o autoreferenziale, e danno sempre spazio al dialogo.
Il duo – completo e ben assortito – viene “raggiunto” in due brani, Que falta faz tua ternura e Mirabilis Mirabassi, dalla ritmica brasiliana formata da Zé Alexandre Carvalho al contrabbasso e Ricardo Mosca alla batteria. Un intervento pregevole, ma Miramari è principalmente un disco concepito e realizzato come incontro e dialogo tra i due solisti. E la forza del lavoro risiede senz’altro nel gioco continuo innescato da Mehmari e Mirabassi, le note si rincorrono e le linee si rimbalzano stimoli di passaggio in passaggio.
Miramari diventa naturalmente un caleidoscopio musicale, un ragionamento intrigante dove ogni genere è rispettato e sollecitato dalla forza espressiva dei due musicisti.