Mr. Rencore + Tim Berne – Intollerant

Mr. Rencore + Tim Berne - Intollerant

Auand Records – AU9024 – 2011




Tim Berne: sax alto

Beppe Scardino: sax baritono

Gabrio Baldacci: chitarra baritono

Daniele Paoletti: batteria





L’etichetta Auand, del discografico Marco Valente, con Intollerant dei Mr. Rencore aggiunge una nuova, spigolosa, e interessante gemma al suo variegato catalogo di ottimo e in molti aspetti avanguardistico jazz.


Intollerant è un disco traverso similmente alla formazione musicale dei tre musicisti che compongono i Mr. Rencore. All’interno della loro musica si agita rock, punk, free jazz, chiari spunti di folk e un’improvvisazione fluente che ne agita le loro composizioni. Aggiungiamoci anche la creatività anarchica e tagliente del sassofonista Tim Berne e la miscela esplosiva è bella e servita. Intollerant è un disco magmatico, nevrotico. Le note sono come degli aghi conficcati nelle vene, inseriti per pompare fluidi adrenalinici che provocano un inquieta instabilità. Ne è riprova la scarica iniziale di Ort Milos. Una composizione elettrica, carica di spunti magnetici che attirano e che suscitano, contrariamente, anche ripulsa a causa della spigolosità della proposta sonora, dell’aggressività di Berne e del ruggente baritono di Scardino. La quiete, se così la si può definire, arriva con il sommesso clarinetto di Scardino che introduce Kepas J, una delle due composizioni collettive, con Bren Corner, che compongono questo disco. Tale quiete, però, è continuamente messa in pericolo dalle aggressive incursioni di chitarra e sax baritono. Hurricane, invece, è un invito a nozze per i quattro. È un uragano di suoni e interferenze che mettono a dura prova la tenuta melodica del sax di Berne. Continuando sulla stessa scia, si fa largo Intollercaos, di cui la musica è completamente aderente al titolo. È un caos circondato da tenebre, un labirinto di suoni in cui i sovrapposti effetti sonori sono l’unica ed incerta guida alla comprensione. Questo viaggio infernale, che sembra stabilito da codici numerici impazziti, termina con la ballad (?) di Book B, una sequenza di assolo e dialoghi e poi assolo di sax e chitarra sostenuti da un irriverente supporto della batteria. Intollerant, title track a parte, un pezzo in linea con il pulsare del disco, termina con Bren Corner, una improvvisazione collettiva aperta da un dialogo teso e belligerante tra chitarra e clarinetto, una sorta di danza dei pugnali in cui l’uno cerca di far fuori l’altro. È un continuo uscire e rientrare nel cerchio sonoro che tiene perversamente assieme i musicisti. Intollerant è un disco diverso, carico di spunti, di forze creative, che richiede attenzione e riflessione perché, come i buoni romanzi, più lo si ascolta e meglio lo si comprende. Intollerant merita tale esercizio.