Tùk Music – 2011
Luca Aquino: tromba
Audun Erlien: basso elettrico
Wetle Holte: batteria
Lucio Dalla: voce, clarinetto
Pasquale Pedicini: tastiere
Sergio Fanelli, Alba Paradiso, Raffaele Matta: archi
Luca Aquino ricompare sulla scena jazz con un nuovo disco e casa discografica. Ci aveva lasciato in eredità Icaro del 2010 inciso con la Emarcy. Questa volta si spinge lontano, realizza Chiaro nella splendida e rarefatta Norvegia. I suoni sono molto distanti dai colori mediterranei, che pure gli appartengono, essendo nato in Campania.
Qui domina la fredda trasparenza del ghiaccio, la cupezza delle brumose notti scandinave, i latrati dei suoni che squarciano la bianca quiete delle terre norvegesi. Chiaro è stato prodotto dalla Tuk Musik, casa discografica appartenete ad un altro trombettista, Paolo Fresu. Il disco è stato registrato dal vivo a Oslo, presso il Lydstudio.
Già dalle prime note si capisce che il trombettista beneventano è un profondo estimatore e conoscitore di quelle atmosfere e musiche. Mixa in maniera eccellente, da consumato ingegnere il suono acustico di tromba e flicorno con gli effetti elettronici e le trovate algoritmiche del sintetizzatore. Si circonda di melodie “sintetiche” e le dirige al meglio con la tromba. Il suono è cupo, scuro, forzatamente tirato ed estremizzato.
È un precipitare di eventi, di situazioni allo stremo, di valanghe sonore, di fughe concitate, accelerate e spinte in avanti dal basso di Erlien e dalla batteria di Holte, come succede nel pezzo iniziale intitolato John Bonham Strike. I brani sono stati scritti da Aquino tranne Oslo,un pezzo descrittivo, inquieto e pendolare, La Mer – un classico di Trenet, eseguito con sensibilità, dolcezza e reso delizioso dall’intervento vocale e al clarinetto di Lucio Dalla – e il filmico La Strada, dominato dal suono profondo, felliniano del flicorno. C’è spazio anche per gli archi nel fluviale, tormentato e a tratti davisiano Angolo suite cerca disperatamente salotto legno massello. Chiaro è un disco non lineare, si pone di traverso, tra rock, elettronica, fusion e jazz. Aquino ha le idee chiare e non ne fa mistero. Il jazz è il suo mondo (basta ascoltare come suona la tromba o il flicorno), ma lo interpreta utilizzando altre chiavi, memore dei contributi culturali che hanno dato al jazz i musicisti scandinavi. Lui si muove bene tra quelle atmosfere e il disco ne risente in godibilità e resa sonora.