C.O.D. Trio – ODD Original Songs

C.O.D. Trio - ODD Original Songs

Silta Records – SR1104 – 2011




Biagio Coppa: sassofoni

Gabriele Orsi: chitarra

Francesco Di Lenge: batteria





ODD Original Songs è un disco per anime audaci, orecchie disposte a tutto, uditi che vanno oltre il limite del consentito, ma soprattutto richiede massima concentrazione, mente sgombra e disposta ad essere invasa e colpita da una slavina di suoni. Dopo tutto i primi ad avvisare gli ascoltatori sono proprio loro stessi: “Music for the Braves, definitely not for fearful ones!”. C’è da dire, per rigore d’onestà, che i “C.O.D.” non si sottraggono nel dare una spiegazione del loro lavoro affermando che il disco è un “progetto di musiche originali dove le differenti esperienze ed approcci alla composizione vengono filtrati attraverso un’estetica timbrico-ritmica allo stesso tempo ancestrale e nuova, intrigante e discreta, neurotonica e soporifera.”


ODD Original Songs è il prodotto di innumerevoli influenze. I tre hanno storie diverse, formazioni musicali non omogenee. Hanno sintetizzato le loro musiche, dal rock al jazz, dandone una versione non paludata, ma originale e stilisticamente apprezzabile. Il beat è prorompente. La forza timbrica delle loro composizioni devasta per impeto ed impatto.


C.O.D. apre la serie dei sette brani, tutti originali, di ODD Original Songs. L’ironia tagliente del sax di Coppa domina l’incipit del pezzo. Dialoga irriverentemente con la batteria, bella e di sostanza, e si concede alcune sfuriate violente contro una chitarra borderline nei generi. Come inizio non è male! Siamo davanti ad un ventaglio di ritmi che, come i colori, s’intrecciano dando vita a nuovi e caleidoscopici timbri. La batteria svolge una funzione trasformistica, cambiando e spostando in altre dimensioni sonore le presunte ed apparenti certezze che l’ascoltatore dovrebbe avere. Browse All ci conduce ad altri lidi, più tranquilli, meno puntuti, ma sempre di precaria stabilità. Accoddo è un pezzo ad orologeria, nel senso che il tempo è scandito con perfezione prestabilita. Gli interventi hanno una struttura algebrica. L’estetica è costruita sulla matematica. I conti tornano ed altrettanto la melodia e la resa finale. Ottavio Piano obbedisce alle leggi della chitarra di Orsi, così come l’astratto e omaggiante Pollock. Un pezzo fosco, umorale, sfuggente e privo di limiti fisici. Other Stop ci riporta alle effervescenze iniziali. Il drumming della batteria pulsa a più non posso. Le vibrazioni si stemperano nelle note iniziali di sax di Limited Edition. Chiusura corale di un disco per audaci. Difficile ma molto interessante. Play it again.