Michele Polga Quartet meets Fabrizio Bosso – Live at Panic Jazz Club

Michele Polga Quartet meets Fabrizio Bosso - Live at Panic Jazz Club

Abeat Records – ABJZ097 – 2011




Michele Polga: sax tenore

Fabrizio Bosso: tromba

Luca Mannutza: pianoforte

Luca Bulgarelli: contrabbasso

Tommaso Cappellato: batteria






Registrazione di un concerto tenuto nel club di Marostica, Live at Panic riporta nelle sue cinque tracce l’incontro tra le diverse esperienze dei cinque musicisti e tra le diverse influenze che ne animano la musica.


Una prima notazione si lega, in modo immediato, alle collaborazioni tra Polga e Cappellato, da una parte, e Bosso, Mannutza e Bulgarelli, dall’altra. E questo porta nel disco una strana miscela di consuetudine e scoperta reciproca: nel senso che i musicisti si sentono a proprio agio perché trovano molti punti di riferimento già sperimentati e possono, così, interagire in modo aperto e convinto con gli elementi meno soliti.


Il fulcro tra le diverse spinte sembra essere in qualche modo il crinale scavalcato dal jazz nel 1959: libertà e rigore formale, spinte modali e richiami allo swing e al bop si alterno e si intrecciano nel corso del concerto. Il quintetto sceglie di lasciar fluire i brani attraverso lunghe e articolate improvvisazioni: stati emotivi e visioni musicali si confrontano cosi di continuo e rendono giustificata la durata dei brani – dai dieci minuti e quarantadue secondi di Body and soul ai quasi sedici dell’iniziale Clouds over me – e portano l’ascoltatore direttamente all’interno del club e a contatto con l’atmosfera del concerto.


Furioso e lirico, il quintetto trascina il pubblico – come testimoniano gli applausi al termine di ogni assolo – con una ritmica solida e rigorosa, con gli sferzanti assolo di Fabrizio Bosso e Michele Polga, con un suono sempre pieno e presente. La dinamica del concerto e la scelta dei brani riescono ad essere apprezzabile anche nel trasporto su disco proprio grazie all’idea di sintesi propria del quintetto: e così, senza venir meno alla coerenza stilistica dei singoli brani, la distanza tra Body and soul e Bemsha Swing, con un pirotecnico assolo di Bosso su una scoppiettante ritmica dai richiami dixieland, e le derive coltraniane di Re-Trane si fa meno netta.