Enzo Carpentieri Circular E-Motion – Everywhere is here

Enzo Carpentieri Circular E-Motion - Everywhere is here

Zerozerojazz – 00J-3 – 2011




Enzo Carpentieri: batteria, percussioni, gamelan

Rob Mazurek: cornetta

Stefano Senni: contrabbasso

Danilo Gallo: contrabbasso, basso elettrico, giocattoli, stylophone

Enrico Terragnoli: chitarra, banjo, armonica, maracas, podofono






Cinque musicisti in studio, liberi da scritture e da vincoli, ma attenti alle forme, rispettosi dei linguaggi del jazz e soprattutto intenti a cercare nel fluire della musica il senso della propria conversazione musicale.


Il senso di Everywhere is here si racchiude proprio nella linea, stretta e rigorosa, scelta da Carpentieri e dai suoi musicisti. Improvvisare, lasciar correre intuizioni e pensieri e mantenere al contempo un ordine generale nel discorso. Il procedimento utilizzato unisce la stratificazione dei suoni e la ripetizione di nuclei sonori intorno ai quali si sviluppano le linee dei musicisti. L’aspetto sonoro più appariscente è costituito da una sezione ritmica ampia: i due bassi e la particolare vocazione di Enrico Terragnoli nel costruire il supporto per le evoluzioni degli altri musicisti diventano, insieme alla batteria, il substrato – magmatico, in alcuni punti, e sempre variegato grazie alla sua composizione molteplice – sul quale scorrono le melodie della cornetta di Rob Mazurek. L’attitudine di Terragnoli permette all’improvvisazione totale del quintetto di non focalizzarsi in una successione di assolo, ma di costruire l’impasto sonoro passaggio dopo passaggio: l’utilizzo di strumenti diversi per suono e modo di impiego da parte di tutti i protagonisti della registrazione amplifica questo atteggiamento e lo rende intrinsecamente legato allo sviluppo musicale scelto dalla formazione.


Everywhere is here prende le mosse infatti da spunti brevi e sintetici intorno ai quali i cinque musicisti intervengono in maniera libera ma, tutto sommato, coerente con il discorso generale. Linee di basso ostinate, riff, figure ritmiche sulla batteria: il flusso complessivo della musica prende spunto e vigore dalla ricorsività dei “movimenti” dei cinque e segue, se si vuole, la modalità del musicista che da solo crea il sostegno alle proprie linee con la loop station, in una pratica circolare dal risultato ignoto allo stesso fautore. E, in questo modo, il disco si mantiene in equilibrio tra le sue spinte più estreme e la fruibilità, tra formalismi e libertà totale, senza incappare nelle derive meno controllate dell’uno e dell’altra.