Filippo Bianchi & Pier Paolo Pitacco: 101 microlezioni di jazz

Foto: Copertina del volume





Filippo Bianchi & Pier Paolo Pitacco: 101 microlezioni di jazz.

22 publishing – Serie S 101 – 2011.


101 miscelazioni di jazz è un volume intorno al jazz, realizzato da Filippo Bianchi e Pier Paolo Pitacco. Ogni pagina del libro riporta una frase illustrata con tavole, disegni, grafiche o in alcuni casi con la disposizione stessa dei caratteri. Aforismi e detti celebri, riflessioni che riguardano il jazz, ma anche le sue implicazioni con altre arti e con la vita in genere.


Se il titolo può far pensare ad un percorso di brevi lezioni su diversi argomenti relativi al jazz, il volume punta in realtà a far scaturire un insieme di suggestioni, anche immediate ed emotive, sulla musica afroamericana. In questo senso va anche inteso la presenza di attori, architetti e scrittori tra i personaggi scelti. In pratica è una sorta di voce dal di dentro del jazz: come nota Bianchi nella prefazione, è un punto di vista interno che riporta il pensiero, pur in forma breve, di musicisti importanti come Thelonious Monk, Dexter Gordon, Bill Evans, Dave Liebman e moltissimi altri. E questo porta all’altra chiave utilizzata dal libro: la capacità evocativa. L’intenzione di Bianchi e Pitacco è aprire uno spazio di riflessione con una frase e un’immagine. E in effetti, pagina dopo pagina, ci si confronta con esperienze e suggestioni: 101 microlezioni di jazz è un libro da sfogliare più volte, magari ascoltando dischi diversi, come diverse sono, per stile e attitudini, le personalità coinvolte. Colori, caratteri e immagini diventano, insieme alle parole, lo spunto per riflessioni e fantasticherie da svolgersi intorno al jazz, alle sue anime e ai suoi ritmi.


Le note non suonate possono essere tanto importanti quanto quelle suonate, per citare una delle frasi di Monk presenti nel volume: il percorso del libro è nelle tante associazioni possibili e negli accostamenti anche inattesi che uniscono i personaggi da una pagina all’altra, nei colori e nelle forme nette scelte in massima parte da Pitacco per mettere in risalto le differenti anime che hanno costruito la storia del jazz, le tante e diverse maniere con cui gli appassionati si sono legati a questa musica.


Post scriptum. Le tavole sono 115 e non 101 come preannunciato dal titolo. Bianchi usa questo stratagemma per dire che il “jazz è prezioso, ma non fa il prezioso”, per rendere manifesto lo spirito dei tanti protagonisti coinvolti in questa vicenda collettiva chiamata jazz.