Le rotte della musica @ Note Immediate

Foto: Copertina del volume





Le rotte della musica @ Note Immediate.

Pescara, Teatro Immediato. 19.11.2011.

Fabio Ciminiera: voce narrante

Carmine Ianieri: sax tenore

Marco Di Battista: pianoforte

Giorgio Pelagatti: contrabbasso


Le rotte della musica è un volume realizzato da me nel 2009. Il libro racconta in modo corale attraverso le voci e i pensieri di ottanta personaggi le tante musiche del Mediterraneo, un racconto plurale, naturalmente molteplice. All’interno della rassegna Note Immediate è nata l’idea di proporre il percorso seguito nel libro sotto forma di narrazione musicata. Voce narrante e brani musicali in un dialogo serrato e animato da componenti diverse.


La sua stessa architettura, rende il libro aperto al confronto tra le esperienze vissute dai vari protagonisti, un confronto che si sviluppa attraverso “agenti reattivi” differenti come le evoluzioni storiche, i riferimenti stilistici e altri ancora. La sua “riduzione teatrale” ne accentua maggiormente il carattere variegato con l’interazione tra il narratore, le “voci” dei personaggi, la musica, l’interpretazione stessa dei brani e le improvvisazioni dei musicisti.


Le voci scelte e i brani interpretati hanno attraversato in lungo e in largo il bacino storico geografico abbracciato dal volume. Da Nuages di Django Reinhardt a Un giorno dopo l’altro di Luigi Tenco passando per gli standard e le reinterpretazioni in chiave moderna delle musiche popolari, per la rappresentazione sonora della tragedia della guerra balcanica con Lament e gli echi delle radici asiatiche e africane attraverso i richiami modali e ritmici ripresi dal jazz. I brani sono stati le chiavi utili per anticipare o proseguire le vicende narrate e le sensazioni portate dalle parole.


Nel corso della vicenda de Le rotte della musica sono state diverse le formule scelte per presentare il volume, dai canonici incontri con l’autore a soluzioni più fantasiose e informali. Probabilmente la scelta di leggere alcune pagine dal libro, in maniera teatrale – vale a dire con un copione scritto e una impostazione più “drammatica”, senza recitazione, certo, ma con una esposizione partecipe – è stata tra le più indovinate per portare il senso plurale delle tante voci. Proprio nella sua “reductio ad unum” sono emerse maggiormente le sfaccettature che animano il libro, con la voce del narratore-autore a dare conto delle differenze e dei piccoli cambi di tono e di accento, anche facendo entrare nella storia parti espresse da soggetti differenti – in prima o terza persona – e accogliendo in un quadro plurale le storie e le esperienze che vivono intorno alle coste del Mediterraneo.


Naturalmente per fare questo, il ruolo dei musicisti è stato di grande importanza. Carmine Ianieri, Marco Di Battista e Giorgio Pelagatti hanno saputo di volta in volta cogliere il respiro della narrazione, soprattutto nella seconda parte più legata alle esperienze vissute dalle persone e più sganciata dal filo storico. E, soprattutto, le aperture modali di Afro Blue e la forza espressiva con cui Lament si è legata in maniera profonda al portato tragico del testo, hanno offerto un contributo prezioso per il racconto.