Sax Four Fun special guest Javier Girotto – Pangea, dalle Dolomiti alle Ande

Sax Four Fun special guest Javier Girotto - Pangea, dalle Dolomiti alle Ande

Caligola Records – Caligola 2128 – 2010




Javier Girotto: sax soprano, quena, moxeño

Stefano Menato: sax soprano, sax alto

Hans Tutzer: sax alto

Fiorenzo Zeni: sax tenore.

Giorgio Beberi: sax baritono






Le intenzioni del disco sono esplicite sin dal titolo delle tracce e dell’intero album e dalla line up della formazione. Il quartetto di sassofoni Sax Four Fun incontra Javier Girotto per mettere a confronto i canti alpini – Quel mazzolin di fiori, La Pastora, Il Signore delle cime, La Montanara – con le melodie e le atmosfere provenienti dal Sudamerica. Le sonorità profonde e le polifonie del quartetto di sax si sommano in maniera naturale con la voce del soprano di Girotto e con i flauti andini portati nella costruzione sonora del lavoro.


Girotto si era già cimentato con un contesto simile nel 2007 quando aveva realizzato Suix con l’Atem Sax Quartet e, da quel disco, Girotto ha “traghettato” anche due brani, La poesia e Nahuel. Una scrittura abile nel riprendere i caratteri tipici del folklore per cercare nuove possibilità interpretative, come è ormai consuetudine per il sassofonista argentino, una sintesi operata con l’approccio tipico del jazzista nella più alta considerazione per il materiale utilizzato.


Pangea – registrato dal vivo al Piccolo Teatro Carambolage di Bolzano, nel 2008 – traduce l’incontro tra i cinque sassofonisti in una stratificazione di intenzioni musicali. L’intreccio tra tradizioni popolari, scrittura classica e approccio jazzistico si rivela in arrangiamenti che non stravolgono i brani originali: ne mantengono l’impianto per aggiungere di volta in volta i colori delle altre influenze.


Il progetto punta a cogliere le analogie musicali di due zone geograficamente molto lontane, come nota il quartetto nelle note di copertina, e individuarne le analogie. Le melodie – riprese dal repertorio popolare o scritte in maniera vicina a quel repertorio – diventano il punto di incontro tra le varie istanze: se in qualche maniera è un passaggio obbligato, vista la dimensione solistica degli strumenti, i cinque musicisti usano questa chiave per sviluppare il lavoro con grande leggerezza e senza forzature.