Francesco Cafiso – Moody’n

Francesco Cafiso - Moody'n

Verve – 0625277580536 – 2011




Francesco Cafisco: sax contralto

Dino Rubino: tromba, flicorno

Giovanni Mazzarino: pianoforte

Rosario Bonaccorso: contrabbasso






Moody’n è l’undicesimo album, uscito nel 2011 per la prestigiosa casa discografica Verve, dell’ancora giovane talento siciliano Francesco Cafiso. In perfetto stile con la produzione dell’etichetta americana, il sassofonista dà vita ad un disco dai toni raffinati ed estremamente eleganti, ispirandosi ai grandi del jazz americano degli anni cinquanta e sessanta, affiancando ai brani originali da lui stesso scritti diversi standard a firma di quelli che riconosce essere i suoi maestri quali Charlie Parker (ben tre), Horace Silver, Miles Davis e Benny Golson, rimanendo con rispetto quasi sempre abbastanza vicino alle versioni originali.


Ad affiancarlo un trio drumless di assoluto valore, con un’ottima ritmica composta dal contrabbassista Rosario Bonaccorso e dai tasti del piano di Giovanni Mazzarino, completato dal giovane trombettista Dino Rubino, qui particolarmente ispirato e vera sorpresa del disco. I primi brani sono tre rivisitazioni bop in versione moderna: si passa dai toni brillanti di Strollin’ ai ritmi più veloci di Ah-leu-cha fino alla celeberrima Whisper Not con estrema disinvoltura, terreno fertile per i lunghi monologhi di Cafiso, bravo nel duettare a turno con i suoi partner. Estremamente riusciti i dialoghi con Rubino soprattutto nei temi, mentre più defilato rimane inizialmente Mazzarino, con Bonaccorso che si conferma ancora una volta motore di sicuro affidamento.


Nel mezzo trovano spazio anche le composizioni dello stesso sassofonista in cui brilla la traccia che dà titolo all’album in duo con Bonaccorso e una più intensa Secret Ways Of Inviolable Beauties, impreziosita da un bel intro di Mazzarino. In conclusione ancora standard con due omaggi al sax di Parker.


Moody’n scorre piacevolmente senza alti né bassi, facendosi apprezzare soprattutto nel suo insieme in cui spicca l’interplay continuo tra i protagonisti, intervallato dai freschi e frizzanti soli di un Cafiso sempre più maturo, ottimamente supportato da un trio che meglio non avrebbe potuto valorizzarlo.