Foto: Fabio Ciminiera
Mister O: concerto al buio.
Peppe Servillo & Solis String Quartet @ Moody Jazz Cafè.
Foggia, Moody Jazz Cafè. 24.2.2012.
Peppe Servillo: voce
Gerardo Morrone: viola
Vincenzo Di Donna: violino
Antonio Di Francia: violoncello, chitarra
Luigi De Maio: : violino
Il mistero.
Per la seconda volta il Moody Jazz Cafè presenta nel proprio programma un concerto al buio. A parte Nino Antonacci, patron del locale foggiano, nessuno conosce l’identità del personaggio che si andrà ad esibire, nemmeno i suoi collaboratori che scoprono in occasione del loro arrivo per il soundcheck quali saranno i protagonisti della serata. Il concerto è pensato fuori dall’abbonamento e chi acquista il biglietto ha anche l’opzione di andar via e farsi restituire i soldi del biglietto prima che il concerto abbia inizio qualora al momento della “rivelazione” il gruppo non fosse di suo gradimento. Tanto per dare l’idea, l’anno scorso furono Tuck and Patti i personaggi nascosti.
È l’ora di svelare…
In realtà, come si può immaginare, diventa un gioco cercare di indovinare quali saranno i musicisti a presentarsi sul palco. Al prezzo del biglietto di ingresso comunque sugli standard del club, corrisponde una sorta di fair play da parte del locale: il rischio di non sapere chi si va a vedere è bilanciato dalla presenza di un nome che se conosciuto garantirebbe un richiamo sicuro. Ma prima ancora degli aspetti economici e concreti, resta l’idea di far scaturire nel pubblico curiosità, tensione. E, in effetti, l’emozione e il trasporto con cui il pubblico ha assistito ai primi brani sono stati davvero elettrizzanti. Naturalmente, il concerto e la musica hanno riconquistato quasi subito la loro centralità, ma l’ingresso di Peppe Servillo e del Solis String Quartet sul palco è stata accompagnata da una vera e propria esplosione del pubblico, una sensazione senz’altro differente da quella che si sarebbe verificata se le persone avessero saputo al momento dell’acquisto del biglietto chi avrebbe suonato. Emozioni diverse come la liberazione dall’incertezza, il senso di aspettativa, l’apprezzamento per i musicisti e anche la mancanza di una disposizione preformata si sono intrecciate in un momento davvero fuori dall’ordinario.
Prima di tutto la buona creanza!
Peppe Servillo e il Solis String Quartet hanno presentato Spassiunatamente, progetto davvero intrigante sulla canzone napoletana: i cinque hanno attinto a un repertorio estremamente classico, puntando l’attenzione sia su brani celeberrimi come Munasterio ‘e Santa Chiara, Maruzzella, Era de Maggio e Te voglio bene assaie, ma anche portando sul palco canzoni meno frequentate ma altrettanto belle e perfettamente intessute delle qualità stilistiche e musicali del vocabolario musicale di Napoli, come Nun voglio fa niente di Libero Bovio, Uocchie ch’arraggiunate e Serenata e Pulecenella. Autori e parolieri importanti come Alberto Barberis, Michele Galdieri, Renato Carosone, Rodolfo Falvo, Salvatore Di Giacomo, Edoardo Nicolardi, E.A. Mario e tantissimi altri ancora. Il materiale – valido e già di per sè espressivo ed evocativo – si aggiungono le qualità di Servillo e del Solis String Quartet. La voce degli archi, la forza struggente e l’apertura polifonica del quartetto, rendono in maniera orchestrale lo spirito delle canzoni senza tradirne la radice stilistica o stravolgere la semplicità originaria proveniente dall’incontro di voce e chitarra. L’interpretazione di Peppe Servillo moltiplica le possibilità del repertorio: la mimica, la voce, l’intenzione e l’ironia, la presenza scenica e la capacità di entrare nelle sfumature di ogni canzone con garbo e proprietà.
Spassiunatamente.
Cinque musicisti dalle esperienze varie e dagli incontri estremamente diversificati. Il “ritorno” alla canzone napoletana avviene in maniera matura e consapevole. La complicità tra i cinque diventa strumento per lavorare nel pieno rispetto della tradizione ma senza rinunciare a portare personalità e elementi “nuovi” all’interno dei brani: Servillo, Morrone, Di Donna, Di Francia e De Maio eseguono una vera e propria antologia di capolavori, ma l’interpretazione, le spiegazioni e i racconti con cui vengono intervallati e introdotti i brani, le gag divertenti, l’empatia e il dialogo con il pubblico rendono il concerto non un esercizio di stile o un lavoro filologico in senso stretto quanto una riuscita ed efficace esecuzione di un materiale vivo e assolutamente resistente al tempo. Da questo il titolo. Spassiunatamente è una di quelle parole che rende il napoletano a tutti gli effetti una lingua: in realtà, vorrebbe dire spassionatamente, come in italiano, ma la parola prende tutta una serie di accezioni e significati nascosti nelle pieghe delle espressioni. Senza prendersi sul serio e senza doppi fini, ma portando rispetto al materiale grazie ad una esecuzione piena di trasporto e partecipazione.
… Funtanelle ‘e Capemmonte.
Tutta la mitologia napoletana si riversa nelle canzoni e, in particolare, in quelle scelte da Servillo e i Solis String Quartet. Un universo malinconico e divertente in maniera feroce e tagliente, amaro e romantico, popolato da personaggi completante disegnati nelle poesie e nelle melodie, costellato di luoghi “mitici”, dove si ripetono azioni e rituali. La forza del concerto è nella profonda appartenenza e, soprattutto, del radicato senso di appartenenza dei cinque ai brani eseguiti e alle spinte che li animano e li arricchiscono . Spassiunatamente è in definitiva un’operazione intelligente e fatta con gusto da cinque musicisti che apprezzano quel repertorio e, come in una staffetta, lo portano ad incontrare la contemporaneità.