Anagram – Reveries

Oddarrang - Cathedral

Anna Einarsson Music OAEM 003 – 2011




Anna Einarsson: voce, live electronics

Mattias Skold: live electronics

Pär-Ola Landin: contrabbasso

Adam Forkelio: chitarra elettrica, acustica

Dalasinfonietta






Esordio discografico nell’insieme tardivo per la fascinosa Anna Einarsson, di suo invece piuttosto attiva e presente sulla scena musicale svedese non ancora adolescente, già con molteplici attività spazianti dai cori infantili e le musiche per danza al jazz (sia pure in forma “open”), passando per un estensivo studio del potenziale delle elettroniche.


A seguire l’album del debutto (l’omonimo Anagram, autoprodotto nel 2006) il presente nasce su commissione della Dalasinfonietta: l’originale lavoro per orchestra, pianoforte, contrabbasso, live-electronics e voce consolida la non banale linea creativa dell’autrice e performer, tenendo evidentemente conto nelle linee-guida ispiratrici delle Reveries del titolo, che gli stati onirici possono essere plasmati non soltanto nella guisa aleatoria delle trame del subconscio ma con maggiori solidità e concretezza anche da una creatività vigile e dall’azione immaginativa.


Veniamo dunque guidati dalle solidità e trasparenze della pasta vocale di Einarsson, drammatica e incantatoria, plasmata su quelle rive ove le decantazioni del blues hanno sospinto l’emersione delle radici del pop (segnatamente nelle lacerate emissioni della significativa Map of the World); la forte e frizzante tessitura delle live-electronics, l’ossatura avant-jazz imbastita dalle quattro corde di Pär-Ola Landin, le asciutte e calligrafiche forme discorsive del piano di Adam Forkelio (imbevute di classico e contemporaneità), la partecipazione solistica e gli innesti armonici fortemente in primo piano della Dalasinfonietta (particolarmente nei misteri dissonanti di Grace), sostengono l’ascolto fino al teso finale (Humming), scandito dai ticchetti telegrafici ad infondere ritmo e tensioni, quest’ultime amplificate dalle spesse e minacciose nebulose orchestrali, che alla cessazione delle pulsazioni e della melodia, attraverso un abbacinante portale conclusivo riconsegnano la Musica ad un pulviscolare e non immoto, originario Silenzio.


Album complesso ma variamente fruibile e, pur nella sua brevità, completo al più probabile giudizio dei cultori delle forme aperte.