cdbaby.com – 13909 – 2012
Rodrigo Domìnguez: sax tenore, sax soprano, giocattoli elettronici
Enzo Rocco: chitarra, fischietti, kazoos, altri giocattoli
Hernàn Mandelman: batteria
Un estemporaneo raccordo di culture, emancipato da schemi, libero ed irriverente, Spaghetti Jazz è agile ed arioso, espansivo e tollerante, spontaneo ed indulgente, come il trio che gli ha dato la luce, composto da Rodrigo Dominguez, Hernàn Mandelman ed Enzo Rocco, che è solito militare in Argentina, ed è altresì incline e pronto alla collaborazione e all’improvvisazione. Registrato al Notorious di Buenos Aires, tra ritmi caldi e freschezza da jam session, ghigna con imprevedibile allegria e sardonica joie de vivre davanti alle classicità traboccanti di stasi, dando di piglio all’atmosfera musicale e divertendo chi ascolta. Lavoro artigianale e per niente smussato, Spaghetti Jazz si propone ( o meglio si impone) quasi come una scanzonata passeggiata per sentieri che incontrano cadenze diverse ma legate dallo stesso spirito di libertinaggio musicale, che va dall’aria banchettante da banda di Stefania e il naso, exploit ludico e conviviale, seguito da Ciabatte, dall’attacco pinkfloydiano, all’animato e frizzante Mavalà/Tre sorelle/Garibbà, e allo spettro tangato di Todos los pepinos del mundo, per arrivare a Cuartal, che a tratti riverbera una sorta di giocoso progressive. A seguire Aargh, dalle tinte parodistiche di un’epopea ampollosa e l’ultimo brano, Il beccheggio, effervescente e caratterizzato da un andamento country, la cui copertina è armonicamente rilegata dal camaleontico sax di Domìnguez e dall’agguerrita batteria di Mandelman.
Messa a punto piuttosto riuscita di quell’idea di suono che libero nasce e tale intende persistere, Spaghetti Jazz non ha la pretesa di rimanere nella memoria, ma in poco più di un’ora, tra ironia e spensieratezza, sicuramente attenta a certezze e punti fermi che è sempre meglio, creativamente parlando, non rimangano tali.