Foto: Fabio Ciminiera
Accordion Art Festival 2012.
Pineto, Sala Polifunzionale – 16/17.6.2012.
La fisarmonica in tutte le sue declinazioni. L’Accordion Art Festival è un vero e proprio survey sui tanti aspetti in cui viene utilizzato questo strumento: dai generi musicali – jazz, world music, classica – alle tecnologie, dai concorsi e dai premi – l’Italia Award, aperto a tutti gli strumenti, le selezioni per i vari concorsi internazionali per fisarmonicisti e l’Orpheus Award, premio della critica e, per i cantanti, le selezioni per gli Alex Baroni Award 2013 – al confronto tra interpreti e allievi diversi per livello e prospettive di utilizzo della fisarmonica.
L’aspetto naturalmente più vicino al pubblico sono i concerti che hanno chiuso le due giornate del festival. Ma durante la sessioni mattutine e pomeridiane, le sale del festival conoscono tutto un pullulare di musicisti giovani e meno giovani che mettono a confronto nelle audizioni dei vari concorsi il loro approccio ai vari strumenti, modo di suonare e intenzioni, ricerca personale e apprendimento. La gara diventa occasione di incontro e di studio reciproco, possibilità di sapere come si evolve la musica e il percorso delle persone provenienti da nazioni straniere, tra cui .
L’Accordion Art Festival presenta anche una delle iniziative più particolari e sicuramente originali e per l’ strumento vale a dire l’Orphes Award, un premio della critica riservato ai dischi pubblicati nell’anno precedente da parte di fisarmonicisti, ma anche armonicisti e altri musicisti di strumenti ad ancia mobile, italiani. I dischi vengono sottoposti al voto di tre giurie di critici: per l’edizione 2012 – riservata, quindi, ai dischi pubblicati nel 2011 – sono risultati vincitori Corrado Rojac con il disco Variazioni per la categoria classica, Corsican Voices realizzato da Daniele Di Bonaventura, Paolo Fresu e il Coro A Filetta per la categoria jazz e That’s Mine di Donato Santoianni per la categoria world. A questi premi si aggiunge l’Orpheus alla carriera. Negli scorsi anni, questo era andato a Peppino Principe, Gorni Kramer (alla memoria), Friederich Lips; quest’anno, è stato assegnato a Gervasio Marcosignori.
I musicisti scelti per le esibizioni serali della sesta edizione del festival sono stati il trio di Jure Tori, per la prima sera, e nella seconda serata si è tenuto prima il concerto di Daniele Rossi e poi quello del duo da Salvatore Cauteruccio e Enzo Campagna. Un primo sguardo ai tre concerti mette in mostra come gli elementi musicali si toccano e si incontrano in modo sempre maggiore anche in una visione potenzialmente schematica come potrebbe essere quella riferita a un solo strumento, con una storia effettivamente particolare come la fisarmonica. Gli accenti etnici e popolari vanno a colorare il jazz e viceversa, la ricerca del virtuosismo si lega anche alle novità tecnologiche e alle necessità espressive. E cosi l’incontro sulle danze – balcaniche e argentine – del trio formato dal fisarmonicista sloveno Jure Tori, dal chitarrista argentino Eduardo Contizanetti e dal contrabbassista austriaco Wolfram Dersmitsch si nutre di spunti che provengono dal jazz o che, più precisamente, il jazz ha assimilato e riassemblato in maniera diversa. Le linee, suggestive e sospese, disegnate dal duo formato dai calabresi Cauteruccio e Campagna, rispettivamente fisarmonica e chitarra, hanno accolto brani di provenienza varia – dall’apertura con una versione aperta e ben articolata di Libertango all’omaggio finale a Lucio Dalla con Caruso – in un repertorio equilibrato e composto in buona parte da temi originali dove entrano riflessi colti, richiami al jazz cameristico europeo, melodie italiane. Daniele Rossi ha diviso in due il proprio set: una parte dedicata all’esplorazione del repertorio classico fisarmonicistico con lo strumento tradizionale per poi imbracciare una fisarmonica elettronica e completare il concerto con una dimostrazione artistica delle potenzialità di quest’ultima su un repertorio di brani celebri.
I concerti proposti e le diverse attività hanno messo ulteriormente in luce lo spettro ampio della fisarmonica di oggi: gli steccati tra i generi si vanno abbattendo sempre più a vantaggio dell’espressione e senza andare a discapito dell’identità di ciascun progetto. La possibilità di guardare in direzioni diverse è, banalmente, una risorsa e uno strumento come la fisarmonica, capace di una visione orchestrale e di un notevole gioco espressivo sulle dinamiche e sull’utilizzo dei suoni non può che giovarsene.