Arild Andersen – Celebration

Arild Andersen - Celebration

ECM Records – ECM 2259 279 0947 – 2012




Arild Andersen: contrabbasso

Scottish National Jazz Orchestra

Tommy Smith: sax tenore, flauto, direzione

Konrad Wiszniewski: sax tenore

Martin Kershaw: clarinetto, sax soprano, sax alto

Paul Towndrow: sax alto

Bill Fleming: clarinetto basso, sax baritono

Ryan Quigley, Tom Macniven, Cameron Jay, Richard Iles: tromba, flicorno

Chris Greive, Phil O’Malley, Michael Owers: trombone

Lorna McDonald: trombone basso, tuba

Steve Hamilton: pianoforte

Calum Gourlay: contrabbasso

Alyn Cosker: batteria






Celebration è la registrazione del concerto-tributo per i quarant’anni della ECM, tenuto alla Stevenson Hall del Royal Conservatory di Glasgow dalla Scottish National Jazz Orchestra diretta da Tommy Smith. Smith, già sax tenore nel trio di Arild Andersen, ha chiamato proprio il contrabbassista come solista e ha imbastito un sontuoso concerto intorno a sei brani tratti dall’ormai vasto repertorio dell’etichetta di Manfred Eicher: May Dance di Dave Holland, Molde Canticle, Part 1 di Jan Garbarek, Crystal Silence di Chick Corea, Ulrikas Dans di Trygve Seim, Independency, Part 4 dello stesso Andersen e, infine, My Song di Keith Jarrett. I brani, poi, sono stati riarrangiati per l’orchestra rispettivamente da Christian Jacob, Tommy Smith, da Makoto Ozone, da Trygve Seim e Øyvind Brække, Mike Gibbs e Geoffrey Keezer.


Tutto questo produce un lavoro dove si uniscono spessore e trasporto: al materiale di partenza si aggiunge una interpretazione partecipe e un lavoro di arrangiamento e orchestrazione in grado di tradurre in una vera e propria suite il percorso scelto. Un gioco di incastri davvero prezioso riesce a dare unitarietà al tutto e a far germogliare nuove idee dal materiale.


Il concerto diventa così la celebrazione del mondo ECM attraverso una forma – quella orchestrale – che in una grossolana semplificazione sarebbe meno facile associare alle produzioni dell’etichetta. Diventa la celebrazione, soprattutto, di una idea sonora, dell’attenzione ai particolari, alla profondità del suono, alla curiosa ricerca di soluzioni, al percorso seguito da Eicher e riportato anche in Sounds and silence, il documentario pubblicato qualche tempo fa.


La scelta dei brani e degli autori potrebbe far sembrare semplice il risultato. Ma non sempre partire con un patrimonio di tale entità rappresenta necessariamente un grande vantaggio. Si tratta per la maggior parte di temi molto conosciuti, grazie ai quali l’etichetta e i singoli autori hanno affermato le proprie cifre stilistiche. L’operazione promossa da Tommy Smith e dalla Scottish National Jazz Orchestra si rivela riuscita nell’andare a cercare punti di contatto tra i vari protagonisti – presenti o evocati – e nel tracciare una linea narrativa e semantica coerente e sempre convincente.


La prova dell’orchestra e dei solisti rende facile – in questo caso, si – tramutare il disegno in effettiva realtà. Il repertorio, affrontato con grande piglio, riesce a preservare anche nella veste ampia e articolata la forza dei brani, risolvendo senza problemi sia i passaggi più contenuti, per volumi e ritmi, che le dinamiche corali e sostenute. Arild Andersen, dal canto suo, oltre ad essere un grande musicista e uno dei massimi esponenti della scuola contrabbassistica nordeuropea, è anche uno dei musicisti che meglio si può accostare al mondo ECM, sia per le sue realizzazioni da leader che per le partecipazioni nei lavori di altri musicisti. La decisione di proporre un contrabbassista nel ruolo di solista, riporta il suono e l’attenzione generale in un alveo più vicino alla natura originale delle composizioni: è un modo per porre l’accento sulla melodia e per equilibrare la forza e l’impatto dell’orchestra con la voce più “timida” del contrabbasso nel discorso musicale complessivo.