Autoproduzione – 2012
Roberto Taufic: chitarra
Eduardo Taufic: pianoforte
Luciana Alves: voce
Andrè Mehmari: fisarmonica
Il titolo farebbe pensare alle inutili scaramucce a centrocampo delle partite più noiose e meno espressive dal punto tecnico. Considerato poi che si tratta del disco di due fratelli, l’altro rimando immediato sono i dispetti e i continui battibecchi dell’infanzia e dell’adolescenza – chiunque abbia una sorella o un fratello comprende benissimo cosa questo possa significare.
Bate e Rebate invece è un disco dalle atmosfere positive, suonato in maniera egregia, con quel trasporto e quella partecipazione che immediatamente coinvolgono anche l’ascoltatore, suonato spesso all’unisono. Il duo formato dai fratelli Roberto ed Eduardo Taufic, rispettivamente chitarra e pianoforte, unisce le atmosfere brasiliane, i suoni delle tradizioni del paese sudamericano con una visione colta e raffinata, cameristica senza mai perdere di vivacità.
La melodia è il punto cardine del lavoro. Melodie cantabili, felicemente lineari sulle intelaiature variamente concepite dei brani, sfruttate in modo che possano dare di volta in volta il giusto spazio per l’improvvisazione e per le interazioni tra i due interpreti o metterne in risalto le capacità tecniche, senza mai scadere in inutili virtuosismi. La costruzione di temi e frasi sfrutta in modo abile la completezza dei due strumenti e il mutuo soccorso tra le due linee fa si che, pur senza essere mai ridondanti, non si creino mai spazi pericolosamente vuoti. Equilibrio e dialogo costante sono il valore aggiunto del lavoro: la conoscenza reciproca è profonda e naturale, così come è intima e immediata la connessione nel gestire le varie parti del brano.
La confidenza radicata nel rapporto permette ai due Taufic di affrontare un repertorio ampio. La matrice brasiliana è riconoscibile nell’accento, nell’approccio agli strumenti e, naturalmente, in alcune delle ambientazioni scelte per i brani, nell’esecuzione entrano il jazz, l’improvvisazione, la canzone a dare completezza al lavoro. Bate e Rebate nelle sue diciotto brevi tracce – a parte Brasil Express e Passeando vicine ai cinque minuti, le altre si mantengono di norma intorno ai tre minuti – riesce a rappresentare le tante anime del dialogo dei due fratelli: la concisione permette di cambiare il registro del discorso senza arrivare a correre il rischio di diventare ripetitivi, le necessità dei vari temi permettono di rimettere la palla al centro, per riprendere la metafora calcistica, e trovare una prospettiva sempre nuova.
Gli interventi dei due ospiti – la voce di Luciana Alves in É assim e la fisarmonica di Andrè Mehmari in Sobre as nuvens – offrono una potenzialità in più al lavoro. Sono due interventi sobri per quanto intensi, due spunti ulteriori per allargare lo spettro sonoro senza smarrire la cifra propria dell’incontro tra chitarra e pianoforte.