Coupe Mondiale CIA: Gran Galà della fisarmonica

Foto: Fabio Ciminiera





Coupe Mondiale CIA: Gran Galà della fisarmonica.

Spoleto, Teatro Menotti – 21.8.2012.


La Coupe Mondiale CIA è uno degli appuntamento più rilevanti del mondo della fisarmonica. Centinaia di partecipanti da tutti i continenti, divisi per categorie in base all’età e alle specializzazioni, concorrono per un titolo di assoluto prestigio di fronte a giurie composte dai massimi specialisti dello strumento.


Il concorso ha preso ufficialmente le mosse con il sorteggio e il Gran Galà di apertura, in programma martedì 21 agosto al Teatro Gian Carlo Menotti. Le tre formazioni chiamate sul palco hanno offerto uno spettro estremamente ampio. In apertura si è esibito il Coro dell’Associazione Culturale Bisse che ha ospitato la fisarmonica di Stefano Santoni. Poi, a seguire, il duo formato da Giuliana Soscia & Pino Jodice e il gruppo moldavo Concertino.


Il Coro dell’Associazione Bisse ha offerto un excursus attraverso i diversi spettacoli presentati nel corso degli anni. L’associazione spoletina, infatti, ha nel suo repertorio commedie musicali e spettacoli di canzone-teatro e quindi la formazione guidata da Claudio Scarabottini, anche nella sa versione “a lume di candela” per un breve problema alle luci del proscenio, ha affrontato la canzone popolare in dialetto, i Beatles, lo spiritual, il tango e la canzone francese: tutti brani, come si diceva, presenti nei loro spettacoli e arrangiati per una formazione ampia costituita da più di quaranta elementi tra musicisti e componenti del coro.


Il loro concerto in apertura si serata si è inserito in una delle tradizioni della Coupe mondiale vale a dire offrire la possibilità ad una realtà della località ospitante di mostrarsi al mondo attraverso la vetrina della rassegna.


Giuliana Soscia e Pino Jodice formano ormai un sodalizio consolidato da diverse registrazioni ed esibizioni dal vivo. Sia pure nel breve set i due hanno ripercorso il tragitto che porta dalle tradizioni italiane e, in particolare, napoletane al tango, già effettuato in registrazioni come Latitango, Antiche Pietre e Il Tango da Napoli a Buenos Aires.


Tango, matrici italiane e composizioni originali delineano le tre direttrici in continuo scambio reciproco: scrittura e improvvisazione trovano nel dialogo in due l’equilibrio tra le varie anime. E la formula ristretta premia paradossalmente la parte più energica della loro musica con entrambi gli strumenti ad occuparsi sia della melodia che del sostegno da offrire al solista di ruoli: se nel quartetto la disposizione degli elementi lascia un margine di maggiore libertà alle linee della fisarmonica, nell’incontro “diretto” vengono maggiormente in evidenza le trame della composizione e dell’arrangiamento dei brani a mostrare la personalità e lo spessore di un lavoro con punti di riferimento precisi, sviluppati in maniera ampia e intimamente radicato nelle proprie corde espressive.


I moldavi Concertino sono stati premiati con l’Astor Piazzolla Musica Award, premio internazionale fondato da Aldo Pagani, editore delle musiche del compositore argentino. E naturalmente il programma della loro esibizione si è concentrato sulle musiche di Piazzola: in particolare, le sue Quattro Stagioni e una rivisitazione di Libertango per chiudere il set.


Una formazione composta da sei fisarmonicisti, pianoforte, basso elettrico e batteria. La loro interpretazione unisce il mondo della fisarmonica virtuoso con gli accenti musicali della terra d’origine e una forte consapevolezza interpretativa. I brani già articolati e completi nella scrittura diventano veicolo sia per le scorribande pirotecniche sulla tastiera e per i momenti coreografici ma anche per il forte senso melodico e per l’impatto emotivo e trascinante delle’esecuzione.


La rassegna si era aperta con i due concerti di anteprima tenuti nel weekend precedente in due luoghi particolarmente suggestivi come il Chiostro di San Nicolò di Spoleto e il Castello di Pissignano a Campello sul Clitunno dove Mirco Patarini e Samuele Telari hanno suonato in solo.


In conclusione, va fatta anche una riflessione sulla novità della fisarmonica. L’idea di dover ancora scoprire questo strumento non rende giustizia alle esperienze dei singoli musicisti e al valore di un linguaggio totalmente maturo ed espresso in direzioni diverse. Nonostante il jazz, il folklore e la musica colta abbiano ormai dato definizioni di grande prestigio alle possibilità dello strumento, resta sempre un certo pregiudizio nei confronti della fisarmonica che la relega ingiustamente in un secondo piano.