The Cube – Quiet Yesterday

The Cube - Quiet Yesterday

Abeat Records – AB JZ 103 – 2012




Dado Moroni: pianoforte

Stefano Bagnoli: batteria

Riccardo Fioravanti: contrabbasso

Enzo Zirilli: batteria, percussioni

Andrea Dulbecco: vibrafono, marimba

Bob Mintzer: sax tenore

Tom Harrell: tromba, flicorno

Camila Sampaio Rangoni: voce





Gran bel disco Quiet Yesterday! E che musicisti! Qui parliamo di Jazz con la maiuscola, di un disco dove sono presenti tutti gli attributi che compongono il jazz di oggi, senza tralasciare richiami al mainstream rivisti attraverso svolazzi di intensa melodia, nonché impreziositi da un ricercato lirismo che spesso è dato dalle performance di Tom Harrell. Quiet Yesterday nasce indietro nel tempo, appartiene al progetto The cube che Abeat ha prodotto nel 2008 assieme al cast di musicisti italiani che compongono questo disco. È un progetto dal profilo internazionale in cui la presenze di Bob Mintzer e Tom Harrell ne attestano l’attendibilità e la qualità.


I brani, tranne due standard, recano la firma di ognuno dei musicisti. L’insolita e affascinante presenza di due batteristi, Stefano Bagnoli e Enzo Zirilli, apre il cd con Introcube, un dialogo percussivo e danzante che lascia spazio alla title track, una delicata ballad eseguita in trio da Mintzer, Moroni e Fioravanti. Il terzo brano è affidato alla genialità compositiva di Tom Harrell che si addentra nei ghirigori, misteri e labirinti magici di un architetto “infinito” come Gaudì. Vision of Gaudì è il punto di vista del trombettista, un mainstream moderno, ben articolato, in sestetto, tenuto in piedi dall’intensità di due batterie e dalle invenzioni di Harrell. Like Someone in Love, primo dei due standard, è una dolcissima versione interpretata in duo da Harrell e Fioravanti, mentre Free to Mist si apre con un vibrafono che scarica una sequenza impressionate di note. È un pezzo veloce, che strizza l’occhio al free, supportato dagli assolo incisivi di Harrell, Moroni e di Dulbecco al vibrafono.


Il brano seguente, Minor Mood, scritto da Fioravanti, è una composizione eseguita in sestetto con i due batteristi a reggere un ritmo lento ma sostenuto. È un pezzo di forte intensità emotiva, melodico, tirato, con Moroni sugli scudi e un Mintzer inventivo e bravo a mantenere la tensione in equilibrio con gli altri strumenti. Purpura ci avvicina alle atmosfere intime e sussurrate care a Jobim con un pianoforte semplicemente strepitoso, che tesse l’ordito di note per il sensuale canto di Camila Sampaio Rangoni. Easy Living è il secondo standard. Harrell lo esegue e lo trasforma in un pezzo meditato e profondo assecondato esclusivamente da marimba e batteria. Lo scherzo di Microcube, un’interferenza sonora di venti secondi, introduce l’ultimo brano del cd, Giant Feet: una composizione di Mintzer, che dopo un avvio coltraniano sterza verso approdi latin. Un ottimo brano,eseguito con esperienza e bravura, a chiusura di un disco esemplare.