Verneri Pohjola Quartet – Ancient History

Verneri Pohjola Quartet - Ancient History

ACT – 9517-2 – 2012




Verneri Pohjola: tromba

Aki Rissanen: pianoforte

Joonas Riippa: batteria

Antti Lötjönen: contrabbasso

Jukka Perko: sax alto

Tatu Rönkkö: percussioni






L’andamento ieratico, di Deism accoglie gli ascoltatori all’inizio di Ancient History, nuovo lavoro in quartetto del trombettista finlandese Verneri Pohjola. L’atmosfera del disco è estremamente austera, assorta: i brani vengono interpretati con voce stentorea e si sviluppano secondo calmi crescendo, con tutto il respiro e il tempo necessario a stabilire la dimensione voluta dal quartetto.


Il filo narrativo del disco è quindi legato a melodie enunciate con grande chiarezza: spazi ampi ma non necessariamente rarefatti o minimalisti. Basta considerare White view, snodo centrale del disco, aperta da un lungo dialogo tra pianoforte e tromba raggiunti solo in un secondo momento dalla ritmica e dalle percussioni di Tatu Rönkkö: una melodia circolare, ripetuta con sempre piccole variazioni, giocando sulle dinamiche e sulle possibili combinazioni emotive. E il ragionamento musicale seguito nella già citata Deism e in Ancient History: il movimento misurato, sempre controllato, del quartetto capace di dipanare con tranquillità, metodo e pervicacia le potenzialità contenute nelle frasi, semplici e lineari del tema. In maniera differente lo stesso processo viene applicato anche a Hyperballad di Björk, unico brano non originale del lavoro, o alla veloce Thunderous Thoughts: nel primo caso la melodia scorre fluida sopra una ritmica frastagliata e punteggiata dalle percussioni, in un gioco di continua sottrazione e, di conseguenza, cercando un equilibrio sospeso e delicato; nel secondo, il quartetto applica il modus operandi a un brano sostenuto ritmicamente e pensato in maniera jazzisticamente più tradizionale. La conclusiva Ballad rivela come la voce della formazione si applica ad un contesto più libero e indefinito.


La presenza di Jukka Perko e l’utilizzo del piano elettrico rendono Cheap Taxi Adventure il brano più movimentato del lavoro: l’attitudine più canonica del quintetto, i richiami al jazz elettrico degli anni ’70, il suono pieno e una ritmica sincopata e vagamente rivolti al funk. Meno veloce di Thunderous Thoughts, la formazione presta la propria attenzione maggiormente al groove in questo brano e allo sviluppo delle improvvisazioni secondo questa direttrice. In qualche modo But this one goes in four, secondo brano del disco, rappresenta un tassello di passaggio tra il brano in quintetto e il resto del programma: sostenuti da un brillante lavoro ritmico Pohjola e Rissanen gestiscono le proprie frasi con l’atteggiamento descritto sopra e compiono così una ulteriore esplorazione delle potenzialità insite nel brano e nel metodo.


Ancient History ha il suo punto di forza nella scelta dei suoni e delle atmosfere di ciascun passaggio. La vena fantasiosa con cui Tatu Rönkkö utilizza le percussioni in Hyperballad oppure il testimone passato dall’assolo di Pohjola a quello di Rissanen in Ancient History, grazie ad un frase semplice ma dalla notevole profondità emotiva, l’abbinamento sempre felice delle sonorità di tromba e pianoforte, soprattutto, alle esigenze del tema: ogni nota del disco mantiene una connessione stretta tra forma e significato e, questo, consente al quartetto di tenere sempre desta l’attenzione degli ascoltatori. Ogni nota, ogni soluzione messa in atto dai musicisti sottolinea con forza e precisione il discorso complessivo del disco: il mosaico di queste tessere, realizzato con metodo e con attenzione costante, con la pulsione, calma ma esiziale, a sviscerare il materiale in tutte le sue sfaccettature, conferiscono ad Ancient History una forte coerenza e anche il senso di un lavoro collettivo, dove ogni elemento è necessario e funzionale al passo successivo.