Foto: La copertina del libro
Robert D.G. Kelley – Thelonious Monk, Storia di un genio americano.
Minimum Fax, 2012
Thelonious Monk, Storia di un genio americano è un gran libro; un punto fermo nella saggistica jazz. L’autore Robert Kelley, che ha ricevuto diversi e importanti riconoscimenti per questo lavoro, ha incastonato nella storia della cultura americana e mondiale la figura di uno dei più grandi geni che il jazz abbia mai avuto. L’autore, storico di professione, con le sue analisi fin troppo precise e puntuali sulla macro e micro storia, ha ricostruito attorno alla vicenda umana e artistica di Monk tutto un mondo legato alla vita, intesa nel senso più ampio del termine, degli afroamericani negli Stati Uniti – a tal proposito si legga anche Al calore di soli lontani. Il racconto epico della Grande migrazione afroamericana di Isabel Wilkerson, uscito per Il Saggiatore.
Monk come parte di un cosmo e di una cultura in cerca di legittimazione e nello stesso tempo vittima delle aberrazioni razziali della società americana. Monk come sinonimo di estro, creatività, diversità, imprevedibilità, ma anche di persona legata alla famiglia, sensibile verso le sue sorti e di quelle della moglie Nellie. Un ritratto a tutto tondo di un uomo “stravagante” che “creava” involontariamente aneddoti, ne era il soggetto e ne diventava la leggenda. Kelley ha attinto anche da queste fonti, che distanti dall’agiografia disegnano e svelano nello stesso tempo i lati più reconditi della personalità di Monk. Ci sono volute ottocento pagine – e un po’ spaventano in verità… – per ricostruire in forma sinfonica la cronaca, la quotidianità, la musica, i concerti, le cadute, la malattia, i trionfi, i tonfi, le registrazioni, i dischi e i ritmi di una vita “geniale”.