Sinouj – Were

Sinouj - Were

Youkali Music – youkali 031 – 2012




Pablo Hernández: sax alto

Larbi Sassi: violino, voce

Akin Onasanya: batteria

Sergio Salvi: tastiere

Pablo Alfieri: basso elettrico

Damian Nueva: contrabbasso

Luis Taberna: percussioni

Special guests:

Javier Paxariño: bansoori, flauto

Jorge Pardo: flauto






Dieci tracce, quattro registrate in studio e sei catturate dal vivo, presso la Fundacion Carlos de Amberes di Madrid. Un suono alla convergenza di tradizioni e generi, una band completamente rivolta a mettere in luce la ragione profonda di questa sintesi. Questo, in due parole, il percorso di Were, il nuovo disco di Sinouj. Jazz, folklore, rock si intrecciano in una miscela che, senza confusioni, porta l’ascoltatore a contatto con le molteplici interpretazioni della matrice africana.


La fusione di Sinouj guarda alle possibilità aperte dall’incontro tra radici e contemporaneità, in un ambito che si allarga oltre i confini del jazz e con un atteggiamento aperto e onnivoro. Il versante jazzistico della formazione stempera gli spigoli più aggressivi del rock e la vena ancestrale coglie una prospettiva particolare negli accenti del gruppo attraverso modalità, riferimenti e suoni. L’ascolto dei brani riporta un’eco della stagione del jazz progressive italiano: è una sensazione più che un riferimento evidente, ma d’altronde, come in quella stagione, la musica del gruppo capeggiato da Pablo Hernandez pone al centro del proprio percorso l’animo mediterraneo – e, per molti aspetti, latino – e la voce ancestrale dell’Africa.


La ricetta di Sinouj si avvantaggia dei differenti retroterra culturali propri dei musicisti che compongono la formazione e, come ogni ricetta, impiega ingredienti già utilizzati per combinarli in una maniera personale. Costruzioni ritmiche, microtonalità, rimandi e atmosfere danno conto di una stratificazione di esperienze e sensazioni: il gioco riesce esattamente quando il gruppo porta gli elementi coinvolti a superare il segno dell’appartenenza per convogliarli in un territorio nuovo, neutrale ma non indistinto, animato dalla personalità e dalla convinzione con cui vengono affrontati e interpretati dal gruppo.


E, così, per andare da Addis Abeba a Tunisi – per parafrasare il titolo del From Addis to Tunis – il gruppo passa da Madrid e Barcellona e dalle sponde mediorientali, attraversa il Mediterraneo di ieri e di oggi, si confronta con una tradizione secolare cercando di stabilire con essa un dialogo rispettoso quanto attento alle derive odierne.