Abeat Fastline – ABJZ513 – 2012
Marco Bianchi: vibrafono
Roberto Mattei: contrabbasso
Nicola Tacchi: chitarra
Vibrafono, chitarra e contrabbasso per un trio che rispetta le sonorità delicate promesse e le amplia con scanzonata verve e attenzione rispettosa per la melodia. Intorno a questo nucleo centrale fatto di sospensioni eteree, linee precise e composizioni in massima parte concise ed essenziali si sviluppa Gargoyle, disco di esordio di Zoidberg, la formazione composta da Marco Bianchi, Roberto Mattei e Nicola Tacchi.
Le dieci tracce – che diventano dodici con le riprese alternative di Emo e Poca voglia di fare il soldato – portano nel lettore una musica dall’atmosfera pacata e dalla dimensione raccolta, poco dispersiva. Le necessita imposte dalla formazione atipica fanno emergere un continuo ascolto reciproco e l’attitudine sottrattiva del trio ben si sposa con le sonorità degli strumenti e la costruzione dei brani.
Dal brillante excursus caraibico di Calyppo e Rhumbacuori alla gestione narrativa e colorata da un filo di malinconia di Poca voglia di fare il soldato, ripresa dal repertorio di Ivano Fossati, e di Blueriver Blues, passando per la più sostenuta Japanese Chaos, dove Tacchi unisce una sezione di accordi suonati in maniera tradizionale all’approccio melodico usato nel resto del lavoro per sostenere le armonie, fino ad arrivare alla lirica conclusione di Playng Love, tema di Ennio Morricone, l’intento del gruppo è quello di far respirare gli spazi della musica e di tenere l’attenzione concentrata sul tema, anche nel corso degli assolo.
L’interpretazione di Life on Mars?, il celeberrimo brano di David Bowie, diventa la sintesi del lavoro del trio: la strofa sfrutta le sospensioni già presenti nella composizione, il ritornello si dispone sullo stesso binario sonoro utilizzato per la strofa senza puntare, naturalmente, alla dimensione orchestrale dell’originale, l’attenzione per la melodia riprende tutti i dettagli – perfino i riff al termine del ritornello – per tessere un omaggio accorato e allo stesso tempo particolare. Se si vuole, con una scelta simile in fase di line up è facile essere “originali” nel recupero di un brano tanto famoso, ma è altrettanto presente il rischio di confezionare un lavoro complessivamente monocorde. Gargoyle sfugge alle trappole grazie alla costante applicazione dei tre: Bianchi, Tacchi e Mattei suonano senza affanno, senza fretta, senza ridondanze a tutto vantaggio del progetto.