Fonosfere Records – FNF 105 – 2012
Marco Perona: chitarra
Marta Caldara: pianoforte, vibrafono,percussioni
Alessia Galeotti: voce
Erica Scherl: violino
Alberto Mandarini: tromba, flicorno
Claudio Riaudo: udu drum
Claudio Nicola: contrabbasso
Elvin Betti: percussioni
Claudio Javarone: danza
La dimensione “adulta” dell’ascolto di larghe frange dei nostri uditori (nessun pensi di rappresentare eccezione a priori) sembra aver incorporato naturale diffidenza nei confronti di materiali caratterizzati da elementi di pronta accessibilità e ampio potenziale di condivisione: pure, qui non siamo qui in presenza di musica leggera, ove per tale s’intenda fatua orecchiabilità o passivo e distratto consumo, e l’album Aria con Da Capo, accessibile ma anche provvisto di consistente struttura, filante ma pur dotato di costruttiva fibra, appare pervaso da un’anima danzante, in primis originante dallo humus formativo della cultura flamenca, che non esclude anche sentori di slancio brasileiro o passo balcanico, il tutto intessuto di un tappeto timbrico strutturato ma d’immediata leggibilità, di una palette di voci e suoni familiari che con agio lasciano convivere danza etniche plurisecolari, vocalità fiabesche quali quella del violino e umori di periferia, conformando una dimensione a suo modo compiuta e coerente.
Le transizioni così s’avvicendano dall’articolata Iso, che nelle sue incisive progressioni giunge ad incorporare, dalla dimensione della danza, anche la performance fisica del danzatore Claudio Javarone, ai trascinanti spessori e il vivido clima da canzone urbana di Parlami, toccando momenti corposamente jazzy (Canzoni), laddove Sellino Ecru o Il sole di Pan, solo in prima impressione apparentabili a graziose canzonette, per molti versi riportano invece e non poi così curiosamente a contatto con un certo pop italiano delle origini, e la duplice Aria con Da Capo, che incornicia l’album, si fonda su uno squillante tema che, in due distinte elaborazioni, palesa il fondativo punto di contatto tra le tessiture strutturali e l’immediatezza dell’ascolto.
Graziato da una vivida e corposa ripresa sonora, trovando chiari protagonisti strumentali nelle sei corde di Marco Perona, le lamine e i tasti di Marta Caldara e l’archetto di Erica Scherl, pur nella palese partecipazione dell’intero ensemble, Collettivo Decanter è nel caso in oggetto portatore di una ventata di colore genuino: piacevole incursione, solarizzata e a pienezza di tinte, entro un multicolore laboratorio dagli ingredienti veraci il cui prodotto è sfornato con fragranza e all’insegna di solida freschezza.