Jazzy Records – JR0007 – 2012
Claudio Giambruno: sax tenore, sax soprano
Dino Rubino: tromba, flicorno
Fabrizio Brusca: chitarra
Seby Burgio: pianoforte
Diego Tarantino: contrabbasso
Emanuele Primavera: batteria
Un sestetto composto da musicisti siciliani dalla precisa collocazione anagrafica – più o meno intorno ai trent’anni – e capitanato dal sassofonista Claudio Giambruno propone una visione morbida e gentile del jazz. Moon is here attraversa diverse atmosfere jazzistiche dal modale al blues per arrivare al tocco brasiliano di Voce vai ver per dare una interpretazione variegata del lato romantico della musica afroamericana.
Giambruno dispone gli elementi con attenzione e lascia respirare i brani e i vari interpreti senza dilungarsi: poco più di quarantotto minuti, suddivisi in otto tracce dai toni delicati. E questo avviene sia, come è facile immaginare, nelle spire voluttuose di Moonlight serenade che nella più sostenuta Song for Stef, posta in apertura del disco, dove i sapori coltraniani dell’introduzione vengono messi al servizio di una linea melodica tracciata in maniera netta e, allo stesso tempo, rassicurante. romantico, lirico senza essere sdolcinato: il sassofonista declina con intenzione pacata e centrata gli ingredienti di cui si compone il disco. Swing e melodia uniti secondo una ricetta semplice che, senza essere rivoluzionaria e senza soprattutto pretendere di esserlo, riesce a trarre da temi e improvvisazioni un quadro coerente nelle sue varie articolazioni.
E, in questo, il leader è coadiuvato dall’atteggiamento dei musicisti, costantemente al servizio del brano e del mood proposto dalle composizioni. La scaletta si compone di cinque brani di pugno di Giambruno, della conclusiva Springtime di Giovanni Mazzarino, oltre alle già citate Voce vai ver di Antonio Carlos Jobim e Moonlight serenade di Glenn Miller: otto situazioni differenti, dove Rubino, Brusca, Burgio, Tarantino e Primavera, oltre naturalmente al sassofonista, riescono a svolgere gli spunti presenti nei temi senza debordare o strafare, ma anzi mantenendo fede alla miscela di lirismo e pulsazione voluta da Giambruno.