Maurizio Brunod – Duets

Maurizio Brunod - Duets

Caligola Records – Caligola 2171 – 2013




Maurizio Brunod: chitarra elettrica, chitarra acustica, live sampling

Miroslav Vitous: contrabbasso

Daniele Di Bonaventura: bandoneon

Danilo Gallo: basso acustico, basso elettrico

Massimo Barbiero: marimba

Achille Succi: sassofoni





Dopo il disco in solo, Bad epoque, e il successivo Tandem desarpa, firmato in compagnia di Giovanni Palombo, Maurizio Brunod si (ci) regala una serie di preziosi duetti incisi con musicisti di diversa estrazione e consuetudine. Ci sono, infatti, compagni di avventura di lunga e provata collaborazione, come Massimo Barbiero, con cui ha festeggiato nel 2012 il venticinquennale di Enten Eller, gruppo completato da Giovanni Maier e Alberto Mandarini. Anche con Achille Succi non è insolito l’incrocio dei rispettivi percorsi. Entrambi fanno parte del sestetto di Norbert Dalsass e in più il sassofonista emiliano si è aggiunto qualche anno fa a Enten Eller per il progetto multimediale sul film Il settimo sigillo di Ingmar Bergman. La cooperazione con Danilo Gallo e Daniele Di Bonaventura è, per contro, collegata ai lavori svolti a fianco di Enzo Favata. L’ospite prestigioso e inedito in questo contesto è costituito da Miroslav Vitous, fondatore dei Weather Report e protagonista di importanti capitoli della produzione ECM. Proprio il formidabile bassista ceco, presente in cinque tracce, risulta, però, meno convincente del preventivato. Dotato di un suono naturale bellissimo sul suo strumento, Vitous si diverte a modificarlo elettronicamente, con effetti wah wah piuttosto leziosi e insipidi. Quando decide di fare sul serio, trascurando di metter mano alle distorsioni, è tutta un’altra storia e la musica ci guadagna nettamente come in uno degli episodi migliori del cd, l’assorto e nostalgico Waltz for Joe, dedicato, come si può immaginare, al grande Zawinul.


Massimo Barbiero, alla marimba, si impegna in una riproposizione dei climi di Odwalla, fra primordialità, etno-folk e iteratività insistita, pure in brani di breve durata. Brunod risponde con un fondale elettrico piuttosto duro, spaziale, quasi a voler trasferire nel futuro questi suoni ancestrali.


Ad Achille Succi, geometrico, ispido e ispirato sassofonista dell’avanguardia, spetta il compito di cantare larghe melodie, mentre la chitarra ricama delicati arpeggi in secondo piano. Solo ne La foresta di bambù un flauto severo ed evocativo pervade l’aria, evitando i toni soffici e sentimentali.


Il dialogo con Danilo Gallo si dispiega su climi country-rock trattato da jazzmen, su un terreno vicino alla sensibilità dei due musicisti. E si vede subito che in questo campo i due hanno tanto da raccontarci.


Con Daniele Di Bonaventura si oscilla fra la solennità sognante di First flight e l’omaggio affettuoso al Brasile di A fala de paixao, unico pezzo non originale fra i diciassette, dovuto alla penna di Egberto Gismonti.


Nei vari duetti il chitarrista valdostano si riserva il ruolo di protagonista o di spalla. Non vuole per forza dominare la scena, ma anzi è molto disponibile verso i partners. Purtuttavia vengono fuori limpide le sue passioni per il “latin sound”, per il soft rock, per le belle melodie altrettanto bene armonizzate. Insomma Duets è un album in cui Brunod ha messo molto di sé stesso. Lo ha registrato in tempi diversi ed elaborato per ottenere il suo suono e la sua musica, grazie all’aiuto sostanziale dei suoi colleghi ed amici. “With a little help from my friends” come dicevano i Beatles si possono realizzare prodotti intelligenti e curati come questo.