Dave Holland & Pepe Habichuela Flamenco Quintet @ Itinerari Jazz

Foto: Raffaele Meo









Dave Holland & Pepe Habichuela Flamenco Quintet.

Trento, Itinerari Jazz. 19.4.2013

Pepe Habichuela: chitarra

Josemi Carmona: chitarra

Dave Holland: contrabbasso

Bandolero: percussioni

Jouan Carmona: percussioni


Chiudi gli occhi e sembra di attraversare le vie di Granada al calare della sera. Note pizzicate di flamenco, ritmo cadenzato di percussioni e corde di basso che vibrano corpose. Hands: il concerto di Dave Holland, Pepe Habichuela e il loro quintetto inizia sulle note del primo brano registrato anche come traccia uno del disco del 2010. Il Teatro Sociale di Trento non è pieno, complice un tempo piovoso e freddo che lascia parecchi a casa, ma chi c’è sa che sta iniziando uno spettacolo per cui valeva la pena essere presenti stasera.


Mani, si diceva, che pizzicano, che sbattono, che applaudono, che disegnano linee melodiche cariche di passione…Hands per l’appunto. Dal ritmo di fandango che scalda le mani di tutti (applausi subito vivaci accompagnano l’esordio del quintetto anglo-ispanico), il passo è breve dentro una taranta (Camaron) scandita da Pepe con un solo iniziale complesso e intricato, che non appena incontra il basso di Holland, assume connotati misticheggianti. È un brano intimista questo, dedicato al grande cantante di flamenco Camaròn del la Isla, dove sugli arpeggi in sequenza di chitarra, si innesta il tocco morbido di contrabbasso in punta di polpastrello.


Il cajon e i sonagli di Carmona e Bandolero esplodono in festa dopo l’annuncio del bassista su The Whirling Dervish. Le percussioni assumono il comando e il ticchettare di tutti è inevitabile, sui posti a sedere, sulle giacche, sui parapetti del teatro. Pepe e Josemi si alternano negli assoli e si completano uno con l’altro, mentre Holland ci mette del suo, d’altra parte questa l’ha composta lui. Il ritmo si fa vorticoso, la gente si lascia trascinare volentieri ed ecco che si torna a ballare questa volta su spiagge infuocate del mediterraneo…basta chiudere gli occhi qualche minuto, anche perché Trento stasera è più West Midlands che Andalusia. Holland è a suo perfetto agio e scandisce con le mani il ritmo di rumba dei suoi percussionisti in El Ritmo me Lleva, con le chitarre sempre più protagoniste sul palcoscenico. Ciò che piace a tutti e potrebbe forse stupire i meno avvezzi alla mistura di generi è la naturale sinergia tra un mostro sacro del contrabbasso jazz e i geniali tocaores iberici, nessuno intende spadroneggiare o conquistare territori, si tratta di condividere, lasciarsi trasportare e trasportare su un unico territorio, quello delle emozioni.


E fino all’ultimo, bis compreso, le emozioni si susseguono a ritmi di flamenco, rumba, tango, buleria. Senza soluzione di continuità. “Solo” dopo due ore arrivano i saluti finali, gli applausi di chi per una sera ha viaggiato tra l’Andalusia e il mediterraneo, ma che ora deve prendere il coraggio a due mani e aprire l’ombrello. Fuori piove ancora, ma nel cuore quei ritmi fanno fatica a placarsi.