Maurizio Minardi – My piano trio

Maurizio Minardi - My piano trio

Belfagor Label – MM10 – 2012




Maurizio Minardi: pianoforte

Jason Reeve: batteria

Nick Pini: contrabbasso

Roberto Rossi: batteria

Felice Del Gaudio: contrabbasso





Due differenti line up, un’unica e solidissima Weltanschauung.


Maurizio Minardi appartiene alla lungha fila dei musicisti nostrani trapiantati all’estero. Residenza londinese, numerose collaborazioni con artisti europei, eclettiche produzioni legate al tango e alla musica elettronica. Polistrumentista raffinato (anche fisarmonicista e sassofonista), in quest’ultimo elaborato presenta nove composizioni inedite più un remix. Ad accompagnarlo due affascinanti sezioni ritmiche con sede a Londra e Bologna.


Al primo ascolto Minardi punta dritto al cuore delle nostre sensibilità, con un linguaggio famigliare, classicheggiante, emotivo.


Apre Shinny: l’arpeggio nel registro medio viene agganciato da un groove in stile hip-hop e si reitera come fosse un domestico gesto quotidiano, una passeggiata sotto un cielo scandinavo. Toc toc… è in casa Esbjorn… Svensson?


La risposta è affidata alla seconda track. Poppies. Nick Pini sale in controluce con uno scarno solo di contrabbasso mentre la musica galleggia animata dalle ritmiche a improvvise folate di piano e batteria. Con Einaudito entrano in scena i musicisti italiani per un omaggio non troppo celato al noto compositore Ludovico Einaudi. Approccio geometrico, distese glaciali di arpeggi tonali, un sordo rullante in sostegno. Perfetta colonna sonora. Segue Perludio, ultimo brano in scaletta con la sezione inglese. Arvo Part incontra il jazz e scrive un mistico interludio tutt’ora in voga. L’idea è quella della storia per quadri netti, stanze che sono esperienza di emozioni precise. Sappiamo dove colpire, sappiamo dove far male.


La musica di Minardi ha un altissimo contenuto di consapevolezza emozionale. Echi europei distanti da tanto praticato mainstream all’italiana rendono il lavoro


Un’occasione per un’esperienza di ascolto del cuore. Continuando a sfogliare l’album troviamo nel finale le due versioni di Magritte, la prima in trio e la seconda in un’affascinate riedizione elettronica, a testimoniaza di una sensibilità musicale, nutrita ed in continuo divenire come la prassi del suo linguaggio.


Nordico, modernista, minimalista.