Universal – 2012
Carlo Actis Dato: sax baritono, clarinetto basso
Baldo Martinez: contrabbasso
Un incontro tra due diamanti del jazz europeo, l’abbraccio di due anime musicali in perenne ricerca stilistica, il fuoco di un unico amplesso sonoro.
Unire le mani, stendersi sul letto e sigillare le palpebre. Non mancheranno le visioni, i sogni e le danze. Carlo Actis Dato, torinese, classe ’52, fiato e coraggio da vendere, membro dell’Italian Instabile Orchestra, collaborazioni con Braxton, Rava, Gaslini…
Baldo Martinez, galiziano, compagno di merende con tali Kenny Wheeler, Paolo Fresu, Maria Joao… I due si inseguono, si annusano nello spazio del mediterraneo, nei festival di mezzo mondo. Poi nel 2004 nasce Folklore immaginario a cui segue nel 2012 questo Sonidos de la tierra.
Recordando potrebbe per sbaglio finire nella colonna sonora di un qualunque film di Jim Jarmusch con uno zoppicante e fumigante Tom Waits a ciondolare in un putrido vicolo. Non farebbe una piega, anzi.
Musica senza sconti, audace sia nella formazione senza supporto armonico (riusciremo un giorno a disfarcene definitivamente?) che nella prassi improvvisativa: violente scariche di frasi al vetriolo, bruschi accenti politanali, vertiginose ascese timbriche di tre strumenti (Actis Dato al clarinetto basso pare posseduto) che con naturalezza abbandonano i naturali registri bassi.
Sarà la comunanza territoriale (Torino-Galizia), la formazione linguistica al riparo da facili scelte esecutive, una predisposizione caratteriale al bizzarro, ma i due sembrano un’anima sola, come se la paternità delle presenti idee musicali fosse un complicatissimo enigma per ogni critico di turno. Atlantida incede al tempo di sei quarti come un affamato animale del deserto mentre Cabo prioriño ha la forma di una velenosa preghiera su un groove rock.
Magistrale, sincretico, fantastico.