Eyes of a Blue Dog – Rise

Eyes of a Blue Dog - Rise

Babel Label – BDV 12111 – 2013




Rory Simmons: tromba, live electronics

Terje Evensen: batteria

Elisabeth Nygard: voce





Una cosa è da mettere subito in chiaro: Rise non è un vero e proprio disco jazz, seppure ci siano alcuni elementi che si avvicinano a quel linguaggio. C’è molto trip-hop, molta elettronica intrecciata a strumenti acustici, un po’ di pop, una bella voce, un’ottima batteria e una tromba ispirata al Miles Davis del periodo elettrico. Gli Eyes of a Blue Dog sono Rory Simmons (tromba ed elettronica), inglese, che ha collaborato con Jamie Cullum nel progetto Fringe Magnetic, Terje Evensen talentuoso batterista norvegese, anche lui coinvolto nei Fringe Magnetic e la sua conterranea Elisabeth Nygard voce fredda ma emozionante al tempo stesso. Il nome del gruppo viene da una raccolta di racconti di Gabriel Garcia Marquez intitolata appunto Occhi di Cane Azzurro.


Il brano d’apertura Mai disegna subito il contorno musicale del progetto: gli effetti elettrici stanno in sottofondo, poi arriva la tromba dal sound acid di Simmons sulla quale si inserisce per gradi la batteria di Evensen. Ricorda più un brano di Tricky che uno del Miles elettrico ma siamo comunque di fronte a una musica intrigante che prende l’ascoltatore.


Marble Faces è la traccia che più si avvicina al jazz di tutto il disco. La tromba alterna fraseggi nevrotici a passaggi più lineari e melodici, mentre sullo sfondo rimane l’elettronica e la batteria che fanno da base. Il basso di Chris Hill (che appare solo in questa occasione) dà una profondità ulteriore al sound.
Elisabeth Nygard in Respect the Rhapsody sembra trasformarsi in Lou Rhodes dei Lamb e con lei anche la musica sembra quella del gruppo drum’n’bass di Manchester. È il manifesto dell’album: trip-hop, drum’n’bass, elettronica e qualche frase alla tromba qui e là.


Dopo aver ascoltato questo disco in molti penseranno che non ha nulla a che vedere con il jazz ed in parte è vero, forse il trio si è spinto un po’ troppo oltre dimenticando che le proprie origini sono le blue notes. Esiste tuttavia un nuovo movimento di artisti che cercano di unire al jazz all’elettronica e alla drum’n’bass come ennesimo genere di cui nutrirsi per creare qualcosa di nuovo. In molti casi i risultati sono stati ottimi (vedi il disco di Martux, About a Silent Way, o i Rocket Number Nine) in altri sono un po’ più dubbi. Rise non è sicuramente un disco jazz ma parte dal jazz cercando nuove strade in generi contemporanei. È un bel disco, piacevole e
fatto da artisti di talento. La voce della Nygard è forse la sintesi del progetto. Da un brano all’altro riesce a trasformarsi in Lykke Li, Lou Rhodes, Norah Jones, Diana Krall, dimostrando di essere istrionica ma anche senza un’identità ben precisa.