Andrea Pozza Trio – A Jellyfish from the Bosphorus

Andrea Pozza Trio - A Jellyfish from the Bosphorus

Abeat Records – AB JZ 123 – 2013




Andrea Pozza: pianoforte

Aldo Zunino: contrabbasso

Shane Forbes: batteria





La medusa che naviga nelle acque del Bosforo porta nei nostri lettori una prova in trio dai tratti precisi: interplay, rispetto delle matrici, sensibilità personale. Il filo che scorre per tutto il disco si proietta infatti di continuo avanti e indietro nella storia del jazz e dialoga con gli standard, con le strutture e le tematiche, con i presupposti e le atmosfere di quel repertorio molteplice per le possibilità espressive.


Il sapore e i riflessi della letteratura jazzistica, infatti, si insinuano nelle linee espresse dal pianoforte e vengono reinterpretati da Pozza, Zunino e Forbes nei nove brani che compongono il disco. Sia nell’interpretazione degli standard che nei cinque originali firmati da Pozza – di cui uno, Love is the way viene accreditato insieme a Celeste Ieffa – emerge costante il dialogo tra i riferimenti della storia del jazz e l’inventiva personale dei tre: è la chiave del lavoro e viene messa in evidenza con cura sin da subito. A Jellyfish from the Bosphorus praticamente raccoglie il testimone dalle esperienze del passato per portare il proprio contributo al cammino comune: senza stravolgimenti né artifici pretenziosi, Andrea Pozza costruisce un programma di brani dove il trio può esprimere la sua voce con naturalezza e percorrere una solida scelta di standard che passa da Get happy di Harold Arlen, attraversa per due volte il songbook di Rodgers e Hart con Blue room e Where or When e approda alla conclusiva In a sentimental mood.


Negli originali il gusto per l’interplay e l’intenzione di lasciar fluire il discorso musicale diventano il centro dell’esposizione del trio: i riferimenti di partenza sono condivisi all’interno della formazione e con gli ascoltatori e, strada facendo, non vengono traditi a vantaggio di una esecuzione matura e salda, fluida e sempre coerente con i suoi presupposti. La conduzione del trio da parte di Andrea Pozza mantiene il pianoforte in prima linea ma tiene sempre conto del lavoro e delle proposte dei suoi due compagni di avventura: ne viene fuori così una dimensione democratica pur nel rispetto dei ruoli, una maniera ulteriore per gestire l’equilibrio di un disco maturo.