Foto: Flavio Caprera
Fasoli/Garlaschelli
Duology Live allo Spazio Contempo di Milano
Claudio Fasoli: sassofoni
Luca Garlaschelli: contrabbasso
Milano, 5 giugno 2013, cuore di Porta Romana, locazione un tempo popolare ma che oggi vive fasti ben più nobili e alla moda, tra ristoranti, osterie, bar trendy e palazzi che nascondono redditi alto borghesi. In una di quelle tante stradine, Via Della Braida, che tagliano all’improvviso le arterie del quartiere e all’interno di un palazzo al piano terra, c’è il loft fotografico di Spazio Contempo. Sono le 20.30 e da qualche secondo Claudio Fasoli e Luca Garlaschelli davanti a una cinquantina di persone in questo posto che trasuda click fotografici e quinte arrotolate, stanno annunciando il programma della serata, un dialogo a due tra strumenti melodici, sax e contrabbasso. E’ una sfida all’ultima nota, già raccontata in studio attraverso il disco Duology. Qui, però, si fa sul serio, dal vivo, davanti a un pubblico che sa e ama il jazz, silenzioso e attento pronto a cogliere una minima sfumatura di pregio o sfasatura sonora. Bello! questo loft che ha un che di cameristico, intimo e privato nell’ascolto. C’è calore e trasporto e i due musicisti lo sentono e sembrano a proprio agio, rilassati e pronti a raccontare attraverso parole e musica il susseguirsi dei brani. I tre pezzi d’apertura sono altrettante cover di standard famosi. How In sensitive di Jobim è il primo della serie, seguono Long Ago and Far Away di Gershwin e la tradizionale Dear Old Stockholm. Fasoli e Garlaschelli adottano un linguaggio minimale, centrato sulla riproduzione del tema ma con variazioni improvvisate che ne rendono le esecuzioni profonde e melodiose. Fasoli alterna l’evocativo soprano al sax tenore, mentre Garlaschelli al contrabbasso tiene la rotta concedendosi degli assolo intensi e ispirati. Il live act continua con l’esecuzione di altre cinque brani originali che fanno parte del repertorio dei due musicisti. Uno di questi è Una Nuova Primavera, un pezzo “politico”, dal contenuto suggestivo scritto da Garlaschelli. Altrettanto politico è Fenice di Fasoli, veneziano d’origine, che racconta con strepiti rabbiosi al soprano l’indignazione per un rogo assurdo. Mr. Luis invece è dedicato al grande percussionista argentino Luis Agudo. Il soprano di Fasoli tratteggia e dipinge le gesta del percussionista, mentre Garlaschelli ne riproduce i battiti con un suono pieno e caldo. Un ritratto letterario, una foto in bianco nero logorata dalla storia, l’archetto e il soprano che discutono mentre introducono l’incipit de Il Romanzo di Aldo, ultimo e intenso brano di un concerto che concilia con la musica, il jazz e l’arte.