Il grande jazz cubano @ Auditorium Parco della Musica

Foto: da internet









Il grande jazz cubano @ Auditorium Parco della Musica

Auditorium Parco della Musica, Roma

11 maggio: Gonzalo Rubalcaba e Al Di Meola

13 maggio: Omar Sosa Eggun “The Afri-Lectric Experience”


Una due giorni dedicata al grande jazz cubano caratterizza il cartellone di maggio dell’Auditorium di Roma. Due pianisti di prima qualità sono infatti i protagonisti di due concerti di spessore, l’incontro tra Gonzalo Rubalcaba e la chitarra di Al Di Meola l’11, ed il sestetto di Omar Sosa due giorni più tardi. Due artisti quasi coetanei, due anni soltanto a favore del secondo li separano, nati e cresciuti musicalmente nell’illuminante tradizione dell’isola che ha reso celebre il latin jazz nel mondo, ma dall’approccio totalmente differente.


Il duetto tra il grande chitarrista americano e Rubalcaba si presenta come uno dei grandi eventi dell’anno e la sala Sinopoli si presenta finalmente riempita in buona parte nonostante il costo del biglietto non certo economico. I due si conoscono bene per aver incrociato i loro cammini durante la registrazione dell’album del chitarrista Pursuit Of Radical Rhapsody, in cui il pianista è stato chiamato come ospite, e questo tour mondiale rappresenta invece un incontro ancora più intimo e ricercato. Di Meola e Rubalcaba sono considerati due tra i massimi esponenti dei loro rispettivi strumenti per tecnica e virtuosismi, anche se questo, soprattutto nella dimensione live, rappresenta spesso un limite. Per buona parte del concerto infatti i due danno sfoggio delle loro abilità in brevi brani ricchi di fraseggi forsennati in un continuo inseguimento di soli, risultando alla lunga poco coinvolgenti e monocordi. Sono per lo più le corde del chitarrista ad esporre i temi, dove l’ausilio di un wha wha trasforma il suono della amata chitarra classica in echi più elettrici non sempre riusciti, contrapposti al piano di Rubalcaba concentrato in gran parte sul lato destro della tastiera. Anche nei momenti in cui i due rimangono da soli sul palco l’ascolto rimane faticoso con pochi momenti melodici e di più ampio respiro. Situazione ben diversa, e finalmente, nei due bis finali quando i nostri ben più rilassati si lasciano andare ad un interplay sopraffino in cui trova spazio anche una sublime rivisitazione di She’s Leaving Home dei Beatles.


Considerazioni diametralmente opposte nello spettacolo offerto dall’ensemble da Omar Sosa. Qui i virtuosismi sono messi decisamente in un angolo a favore della musica d’insieme in un mix che racchiude ritmi africani, jazz e latin decisamente ben più emozionante. Il geniale pianista cubano presenta per l’occasione la sua ultima fatica musicale Eggun in cui rilegge, a suo modo, la storica incisione Kind Of Blue di Miles Davis. Ogni dettaglio è qui curato nei minimi dettagli, dalla suggestiva scenografia ricca di candele e incensi all’entrata dei musicisti che, uno alla volta, salgono sul palco suonando uno strumento fin dai camerini. Omar Sosa, nella sua tradizionale tunica e occhiali scuri, entra ovviamente per primo a modi sciamano e, una volta preso posto davanti alle sue tastiere, introduce via via i vari componenti del suo meraviglio gruppo in un crescendo di ritmi e suoni difficile da ritrovare altrove. La ritmica è qui il vero elemento di forza, con il corposo basso di Childo Tomas che segue il tipico incedere africano e la batteria di Marque Gilmore che si mantiene invece più colorata e latin, una sezione fiati ben amalgamata dagli accenti più bop e moderni formata da due sassofoni e dalla tromba del tedesco Joo Kraus, il tutto diretto da un sontuoso Sosa che detta stacchi e tempi alternandosi tra piano e Fender Rhodes. I temi di Davis qui diventano soltanto uno spunto per intraprendere direzioni totalmente opposte dove il free e il latin vengono miscelati con frammenti elettrici e dalle percussioni più tradizionali dell’Africa più nera. Soprattutto dal vivo Sosa dimostra ancora una volta tutta la sua vitalità e versatilità in qualunque contesto è chiamato a suonare aggiungendo sempre qualcosa di nuovo ed interessante con al centro sempre la sua immensa anima musicale per quello che rimarrà come uno dei concerti più entusiasmanti di questa ricca programmazione invernale.