Mu – Dropouts

Mu - Dropouts

Abeat Records – Abjz 113 – 2013




Davide Merlino: vibrafono, glockenspiel, rainbowbells, batteria

Dario Trapani: chitarra eletrica, basso elettrico

Simone Prando: contrabbasso, basso elettrico

Riccardo Chiaberta: batteria, harmonium





I Mu pubblicano il terzo album per la Abeat Records dopo Il qui e l’ora e Sensilenti. Successivamente ad un primo disco maggiormente espositivo delle possibilità di una formula, il quartetto con vibrafono e chitarra oltre a basso e batteria, dal secondo disco i quattro musicisti piemontesi si sono assestati su una linea di tendenza per arrivare a suonare secondo le loro spiccate predilezioni. Hanno, cioè, scelto di seguire le loro passioni estetiche e valoriali, prescindendo dallo specifico di una formazione così concepita e realizzando, in un certo senso, una sorta di presidio di slow food music. Non si riscontra, infatti, né fretta, né concitazione nelle tredici tracce del cd. Tutto viene allestito con cura artigianale nei tempi giusti di preparazione, come un prodotto onorato dal marchio IGP. In questo i Mu sono Dropouts, vale a dire disadattati, poiché rifiutano di uniformarsi ai ritmi frenetici della vita moderna e ai miti della società del progresso, per riservare le loro attenzioni al quotidiano e celebrare gli eventi che segnano l’esistenza, in questo caso la nascita della figlia di Davide Merlino. A Camilla sono dedicate quattro delle tredici tracce e, comunque, l’approccio minimale, domestico è presente pure negli altri brani. Si avverte chiaramente, in ogni tratto, poi, il piacere palpabile nel cooperare all’impresa da parte dei quattro componenti. In questo caso si usa abitualmente il termine interplay che sta stretto per definire il modo di lavorare del gruppo. L’intesa non è solo un accordo dialettico e artistico. I Mu vivono in simbiosi sia musicalmente che nell’ordinario.


Il cd contiene una musica di robusta impronta melodica, caratterizzata dalla ripetizione di temi, un accompagnamento quietamente mosso e l’aria complessiva di un soft rock delicato, pieno di grazia. Fra i vari pezzi brilla la versione di Giulia, già in Sensilenti, per la bellezza del tema, con la chitarra di Dario Trapani protagonista. Merlino, in questo pezzo, si limita a far pervenire suoni lunghi e incantati dal suo vibrafono percorso da un lungo archetto. È poesia senza parole.


Dropouts conferma l’amalgama del quartetto, la volontà di padroneggiare una cifra stilistica riconoscibile, l’idea di rappresentare una voce personale nel jazz, nel nujazz o in qualsivoglia genere si decida di inserirli. Ci stanno provando. Al momento si può affermare che i Mu siano sulla buona strada.