Foto: Fabio Ciminiera
Marcel Loeffler @ Pineto Accordion Jazz Festival.
Pineto, Villa Filiani – 27.7.2013
Marcel Loeffler: fisarmonica
Mauro De Federicis: chitarra
Massimo Moriconi: contrabbasso
Nicola Angelucci: batteria
Il “rischio” del jazz in un concerto scoppiettante dove si sono intrecciati la conoscenza dei linguaggi dell’improvvisazione, l’apertura dei quattro protagonisti e la voglia di dialogare attraverso la musica.
Un incontro sugli standard celebri del jazz tra solista e ritmica, sostenuto dalle esperienze dei singoli e dalla capacità di ciascuno nel trovare soluzioni pertinenti. D’altronde se lo spessore di musicisti come Massimo Moriconi, Nicola Angelucci e Mauro De Federicis non lo scopriamo certo oggi, meno frequente sui palchi italiani è la presenza di Marcel Loeffler, fisarmonicista francese non vedente, in grado di percorrere il repertorio di Django Reinhardt come la letteratura classica e di seguire, come ha dato prova nel concerto tenuto a Pineto, la natura intima degli standard. Il quartetto ha puntato la propria bussola verso le coordinate stilistiche del bebop e di una visione mainstream, senza dimenticare di aggiungere, e con gusto, citazioni provenienti da ogni contesto musicale, e in particolare i riff più celebrati del rock degli anni settanta.
Se l’incontro tra musicisti su un terreno tante volte percorso può offrire il rischio di una routine ripetitiva o, al contrario, di una incompatibilità musicale, quando al contrario rivela una miscela felice innesca di continuo quel gioco di rimbalzi che tutti gli appassionati amano immaginare che pulsasse nei locali della Cinquantaduesima Strada fino alle ore piccole. E quando Loefler e De Federicis hanno lanciato rispettivamente, fisarmonica e chitarra in un inseguimento di chiamate e risposte che si è via via trasformato in qualche cosa di molto simile a una fuga barocca, il pubblico ha compreso che dal palco potevano arrivare sorprese e situazioni inattese. Una corda tesa con sapienza e mestiere dove condurre in equilibrio un concerto che, pur tra le scontate e piccole incomprensioni naturalmente proposte da un gruppo tutt’altro che stabile o abituato ad esibirsi insieme, ha tenuto con vivace scorrevolezza in pugno la scaletta del concerto.
E, facile conseguenza di tutto questo, la padronanza dei quattro nell’esporre l’assolo e nell’accompagnare il lavoro degli altri ha fatto il resto. Le incognite di un dialogo non consueto e la disposizione a non appiattirsi su scelte scontate hanno attraversato la “quarta parete” e reso le esecuzioni di brani ascoltati tante volte un fertile terreno di convergenza tra i quattro musicisti e tra loro e gli ascoltatori.
In conclusione, nel corso della presentazione del concerto, si è tenuta la proclamazione degli Orpheus Award, premi della critica assegnati ai lavori per fisarmonica pubblicati nel 2012. Quest’anno i premi sono andati a Beyond di Claudio Jacomucci per la sezione classica, a Inni d’Italia di Paolo Di Sabatino & Renzo Ruggieri per la sezione jazz e a Cameristico di Riccardo Tesi per la sezione world music. E, ancora prima, il Pineto Accordion Jazz Festival mi ha onorato della Vela d’Oro, un riconoscimento assegnato negli anni a coloro i quali, nel mondo del jazz, hanno dato spazio e risalto alla fisarmonica e ai suoi interpreti: è sempre un po’ imbarazzante parlare di sé o di riconoscimenti ricevuti, ma per una volta è stato bello trovarsi dalla parte dell’ospite d’onore, dopo aver presentato e premiato, negli anni, artisti e personalità del mondo del jazz e della musica in generale.
La nona edizione della rassegna pinetese si era aperta venerdì 26 luglio con il quartetto guidato da Giuliana Soscia e Pino Jodice e completato da Jacopo Ferrazza al contrabbasso e Emanuele Smimmo alla batteria e si è conclusa con il concerto di Ron, domenica 28 luglio, all’interno del quale la fisarmonica di Renzo Ruggieri ha portato il legame con la ragione del sociale del festival.