Luca Aquino – aQustico

Luca Aquino - aQustico

Tuk Music – 2013




Luca Aquino: tromba, flicorno

Carmine Ioanna: fisarmonica

Sade Mangiaracina: pianoforte

Giorgio Vendola: contrabbasso

Alessandro Marzi: batteria, percussioni





Disco dopo disco Luca Aquino costruisce la sua storia fatta di lavori interessanti e per nulla scontati. Il trombettista beneventano ha un suono tutto suo, melodioso, riconoscibile al primo ascolto, fatto di un percettibile vibrato, di note rarefatte che non trovano una conclusione, come ibernate nel tempo in attesa che arrivino quelle seguenti: tratti scandinavi per un musicista mediterraneo.


aQustico è il suo quinto progetto discografico e senza dubbio il più riuscito. Chiude il cerchio di un’evoluzione professionale e artistica protesa nel cercare una propria dimensione sonora e progettuale all’interno di un mondo, quello del jazz, dalla cui matrice si sviluppano direttrici indefinite, linguaggi fatti di dialetti musicali che Aquino sintetizza attraverso la lente della sua idea di musica e contaminazione. aQustico ha come base il tradizionale quartetto di jazz, a cui si aggiunge la fisarmonica a scompaginare il gioco attraverso notazioni folk e tempi tradizionalmente fuori dal jazz. Il mondo di Aquino è questo e non può essere diversamente, perché è quello che lo porta in giro per il mondo e gli permette di suonare con musicisti che amano altre sonorità, atmosfere e mondi, che sono quelli rarefatti e impalpabili del nord di un’Europa che esplora, prova e trova nuove vie.


Il disco, ricco di idee e intuizioni, si apre con uno sguardo gentile, fintamente ingenuo, aperto e gioviale. È il ritratto in forma di ballad di un grande attore, Mastroianni. Sade Mangiaracina, autrice del pezzo, ha descritto i lineamenti con dolcezza e trasporto ricavandone una trattazione onirica. Aquino la riproduce, inizialmente, con un assolo alla tromba ripreso poi dalla fisarmonica di Ioanna e dal pianoforte. È un brano che va di pari passo con la sequenza di un film immaginario, magari in bianco nero, che mostra sogni e larghi sorrisi, dopo un giro di valzer sul posto. La descrizione fatta al pianoforte da Sade Mangiaracina, calza a pennello con la fisionomia di un attore che ha testimoniato le fasi di un’Italia passata attraverso il boom e la disillusione. La fisarmonica di Ioanna apre Aqustico, secondo dei sette brani che compongono il disco. Aquino si affianca con un suono sordinato che subito abbandona per affidarsi prima a un aggressivo hard bop e dopo a invettive free. Inseguito la tavolozza si arricchisce di colori e suoni alimentata da una fisarmonica corsara che pesca in mille continenti sonori, prima di cedere il passo a un incredibile duetto tromba/contrabbasso di chiara ispirazione free. Poi arriva, dopo tanta rabbia, il finale che non ti aspetti, suonato su ritmi veloci, carichi di gioia che ricordano inseguimenti circensi. Chet e Liz è un’altra ballad, accennata dal flicorno di Aquino e scolpita da un assolo “cantato” del bravo Giorgio Vendola. Anche qui i tratti sono cinematografici, fotografati secondo un bianco/nero che al realismo sostituisce atmosfere ludiche e divertenti. Cosi come lo sono quelle di Mezza Cuba Dani Kira, scandite da un funky che strizza l’occhio, attraverso le bacchette di Marzi, a un rock incipiente e scanzonato, suonato da un flicorno burlesco che cerca di seminare l’avanzata dirompente di una sezione ritmica forzuta, i morsi della fisarmonica e le fuoriuscite blues del pianoforte. Fortuna vuole, per i musicisti, che Incerto porti un po’ di “ieratica” tranquillità. La composizione di Vendola si stacca dal contesto precedente per elevarsi al cielo come una cattedrale gotica. Le note di Aquino vanno verso l’alto sospinte dal suono della fisarmonica barocca. I tamburi chiudono la catarsi sonora di un pezzo che è subito sconfessato in serietà da Japan Pop, una striscia sonora che nei momenti d’inquietudine s’immerge nel free e trova pace solo in alternate, sottaciute e meditate esecuzioni dei singoli musicisti. Siamo ai titoli di coda. È una musica in penombra quella che ci viene proposta. Ricorda la chiusura di un romanzo o di un film. Due sagome che si confondono con il tramonto mentre avanzano verso un orizzonte di colori. È La ninna nanna del Capitano suonata nel sogno reale di tromba e fisarmonica. Consigliato.