TJO – – 2011
Marco Collazzoni: sax
Andrea Solarino: chitarra
Amin Zarrinchang: contrabbasso
Luca Colussi: batteria
Marco Collazzoni ci ha lasciato in eredità il suo primo disco intitolato Ricercare, un inizio interessante ma incompleto dal punto di vista musicale. Waiting si propone sotto una veste diversa, ampia nelle soluzioni melodiche e sonore con l’entrata in formazione dell’estroso e interessante chitarrista Andrea Solarino..
La formazione, Qube Quartet, guidata dal bravo sassofonista Marco Collazzoni, pesca nell’intero repertorio del jazz ma lo fa attraverso occhi moderni, con uno sguardo sugli sviluppi futuri di questa musica e perché no, talvolta “sforando” verso soluzioni ritmiche e timbriche care ad altre dimensioni musicali come la fusion e il rock, 52. Le nove composizioni del disco sono tutte originali e a diverso modo appartengono a ognuno dei singoli musicisti che suonano in Waiting. Vi è una costante ricerca di dialogo e nello stesso tempo di dare la reale impressione che i quattro agiscono all’unisono attraverso la manifestazione di un suono compatto e caratterizzante del loro modo di fare jazz. Il disco si apre con il neo bop della title track, un’interessante iterazione tra strumenti dove la chitarra svolge un ruolo di collante e nello stesso tempo di propositrice di melodie che di volta in volta vengono assecondate dal sax e dalla sezione ritmica. L’improvvisazione è la soluzione costante e alternativa al fluire ordinario della musica, il sorprendere l’ascoltatore con invenzioni inaspettate senza rinunciare alla melodia (Dal Mago di Oz) e al lirismo (Il Volo). Waiting è un disco piacevole all’ascolto, “americano”, ricco di spunti e suonato da musicisti esperti, con una sezione ritmica, Zarrinchang e Colussi, che tiene il tempo con impressionante efficacia, sostenendo, sia negli assolo sia nella fase di copertura, sax e chitarra con tempismo e inventiva.
Il suono moderno, secco, diretto e corposo di Collazzoni interagisce con la chitarra di Solarino attraverso un interplay di rara efficacia e completezza. Il dialogo tra i due funziona. Si capisce dalla resa qualitativa dei brani, Christmas Tree, To Storm, Sabbie (composizione di estrema bellezza) e Il posto in cui stavo. Gli assolo, tirati e mai scontati negli esiti finali, danno una certa imprevedibilità ai pezzi, impreziosendoli. Tali peculiarità fanno di Waiting un disco di jazz moderno, comprensibile nella sua complessa semplicità, fruibile ed estremamente piacevole.