Lucian Ban/Mat Maneri – Transylvanian Concert

Lucian Ban/Mat Maneri - Transylvanian Concert

ECM Records – ECM2313 – 2013




Lucian Ban: pianoforte

Mat Maneri: viola





Lucian Ban è un pianista rumeno cresciuto in un villaggio della Transilvania e residente da diverso tempo negli Stati Uniti. Mat Maneri, americano, più famoso del suo collega, è invece un affermato violinista e musicista di viola. I due hanno già suonato insieme nel disco a doppio nome Ban/Hebert intitolato Enesco Re-Imagined. Transylvanian Concert nasce da un’esibizione live al Culture Palace di Targu Mures in Romania.


I due musicisti suonano in piena libertà creativa; improvvisano in un contesto dalle forti caratteristiche cameristiche. Si sente, all’ascolto, che tra di loro c’è una palese e intrinseca comunicazione fatta di gesti istintivi e cerebrali. Gli abbozzi trovano sempre prosecuzione dall’una e l’atra parte come fossero pensati insieme, alla stregua di pittori bicefali che lavorano sulla stessa tavolozza e progetto. Il pianismo di Ban ha radici nel blues, in Ellington, Monk e Jarrett. Segue la linea retta della tradizione afroamericana, ma ci mette del suo che gli viene dalle radici: la melodia, la malinconia nostalgica e il folk della sua terra. Maneri invece è dentro il jazz, e maneggia il free come fosse creta. Crea forme, abbozza figure, tratteggia contorni, attraverso la viola che di volta in volta piega e stira come fosse uno strumento a fiato, un violino, o un contrabbasso.


Transylvanian Concert è composto da sette brani di cui quattro firmati da Ban, uno da Maneri e uno in comune. Il settimo è lo standard Nobody Knows the Troubles I’ve Seen. Il disco comincia con un blues non convenzionale intitolato Not That Kind of Blues. È la viola ad aprire il brano come fosse un canto che si leva al cielo. Il pianoforte tesse l’armonia seguendo poi un gioco di rimandi costruiti su un’emotiva improvvisazione. In scia segue Harlem Bliss, un blues scuro, costruito sui silenzi della viola e sui tratteggi occulti del piano. Monastery da una sferzata d’energia, un flusso verticale che si leva verso l’alto, per confluire poi nella splendida Retina, una composizione di Maneri. Lo spiritual Nobody Knows The Troubles I’ve Seen diventa occasione per mettere in mostra le capacità di Maneri alla viola. Trasforma lo strumento in voce, lo esalta, lo fa cantare come fosse in una funzione religiosa, da spiritualità al brano e ne esalta la passione. Transylvanian Concert si chiude con Darn e la lirica, malinconica e maestosa Two Hymns. Un disco che sfiora il capolavoro!