Slideshow. Carlo Actis Dato

Foto: Fabio Ciminiera










Slideshow. Carlo Actis Dato.


Jazz Convention: Così, a bruciapelo chi è Carlo Actis Dato?


Carlo Actis Dato: Un tizio a cui piacciono soprattutto tre cose: suonare, viaggiare, godere della natura e cioè da un lato suonare la propria visione della vita, con una musica viva e attuale, nessuna riproduzione di “vecchie patacche”. E dall?altro lato viaggiare rigorosamente in “autoproduzione”, a bassissimo costo, sacco a pelo e dormire in auto, sotto le stelle e non in hotel a 5 stelle.



JC: E poi hai scelto di vivere in campagna, giusto?


CAD: Ho l’orto, gli alberi da frutta, mi scaldo con la legna che taglio personalmente nel bosco: un sacco di magnifico lavoro all’aria aperta sempre.



JC: Mi racconti ora il primo ricordo che hai della musica?


CAD: Le canzoni di Carosone nel sud, quando ero a Ginosa Marina, e Modugno e poi Buscaglione a Torino. E anche i 78 giri sul grammofono a mobile con Natalino Otto e varie bande latinoamericane.



JC: Quali sono i motivi che ti hanno spinto a diventare un musicista?


CAD: Chissà… è una spinta interiore e indecifrabile… perché tu scrivi di musica?



JC: Anche per me è una spinta interiore e indecifrabile… E perché proprio il sassofono?


CAD: Ho cominciato con il clarinetto, poi con il sax era più facile andare a suonare in giro, nelle orchestrine da ballo.



JC: Ha ancora un significato oggi la parola jazz?


CAD: Certo, ed è esattamente l’opposto di quello che gli danno i “professionisti” del jazz. Il jazz è una filosofia di ricerca, creazione, personalità, originalità: in pratica tutto ciò che non si può imparare a scuola.



JC: Ma cos’è per te la musica?


CAD: Ecco appunto: una filosofia per la vita…



JC: Sai suonare di tutto; ma come ti consideri: un jazzista, un compositore o altro?


CAD: So suonare il clarinetto e il sax (beh, ho sempre suonato vari generi di musica, se è questo che intendi) e sono un jazzista, il che automaticamente significa che son anche un “compositore”, anche se non ho mai studiato: io facevo ingegneria, poi un colpo di fulmine… maledizione: potevo essere ricco, invece son suonatore!



JC: Quali sono le idee, i concetti o i sentimenti che associ alla musica jazz?


CAD: La creatività, la libertà, il “socialismo” musicale, le emozioni.



JC: Come pensi che si evolverà il jazz del presente e il jazz del futuro?


CAD: Il jazz del presente è fermo nella palude dei replicanti di un passato morto e improduttivo, il jazz del futuro spero che ritorni a produrre opere degne del glorioso passato, di Sun Ra, dell’Art Ensemble, di Thelonious Monk, di Mingus, di Coltrane…



JC: Tra i molti dischi che hai fatto ce ne è uno a cui sei particolarmente affezionato?


CAD: Tutti, sono come anni della vita, non se ne può eliminare qualcuno, anche i peggiori han fatto sì che gli altri sian migliori!



JC: E tra i dischi che hai ascoltato quale porteresti sull’isola deserta?


CAD: Musica indiana, molta e varia. Musica africana, Fela Kuti, sonorità tradizionali giapponesi, musica cinese… se volevi riferirti a dischi di jazz, no, li so già a memoria.



JC: Ci sono brani che fischietti in casa o canti sotto la doccia?


CAD: Ogni tanto mi vien in testa qualche cosa che forse ho sentito già o forse no, forse sarebbe un bellissimo pezzo, ma appena cerco di scriverlo me lo dimentico… come i sogni, ti svegli, sai che era bellissimo, ma non ti ricordi più cos’era.



JC: Quali sono stati i tuoi maestri nel sax, nella musica, nella cultura, nella vita?


CAD: Coleman Hawkins, Sonny Rollins, Eric Dolphy, Anthony Braxton, Hammiett Bluiett, Sun Ra, Art Ensemble of Chicago, i pittori Salvador Dalì e Giorgio De Chirico e scrittori come Kafka, Pasolini, Kerouac e tanti tanti tanti, bisogna sempre stare con le antenne diritte!



JC: Qual è per te il momento più bello della tua carriera di musicista?


CAD: Fra tre anni mi succederà una cosa bellissima che a pochi è già capitata…



JC: Quali sono i musicisti con cui ami collaborare?


CAD: Quelli con cui si diventa subito amici, con cui si viaggia con reciproco piacere, curiosi di vedere e ascoltare… guarda caso son quelli con cui suono!



JC: Come vedi la situazione della musica oggi in Italia?


CAD: Quale situazione? C’è una situazione? nessuno mi ha avvertito, accidenti!



JC: Cosa stai progettando a livello musicale per l’immediato futuro?


CAD: Sono appena tornato da un festival fantastico a Novosibirsk in Siberia con il mio quartetto, con cui andremo a Budapest presto. È uscito il nuovo cd tre mesi fa. E son stato a ottobre in Spagna con Baldo Martinez per tre concerti e l’uscita del nuovo cd in duo, poi con Enzo Rocco andremo in Albania, un posto che mi interessa molto! forse con il quartetto tornerò in Russia-Siberia presto e poi in Indonesia, dove si fa una magnifica musica…