De Vito/Couturier/Lechner/Rabbia – Il Pergolese

Maria Pia De Vito, Francois Couturier, Anja Lechner & Michele Rabbia - Il Pergolese

ECM Records – ECM 2340 – 2013




Maria Pia De Vito: voce

François Couturier: pianoforte

Anja Lechner: violoncello

Michele Rabbia: percussioni, elettronica





Sgombriamo innanzitutto il campo da possibili equivoci. Il Pergolese non è una rilettura in jazz sic et et simpliciter del repertorio del compositore jesino. È qualcosa di differente e di molto altro. Questa operazione si delinea, infatti, come una rivisitazione o, meglio, una riappropriazione di determinate arie del periodo barocco da parte di un quartetto di formidabili musicisti per costruire grande musica di oggi. Perchè il disco contiene grande musica. Non ci sono dubbi. Estremizzando la tesi, si potrebbe affermare che Pergolesi sia quasi un pretesto, un motivo di ispirazione importante, sì, ma che conti molto di più quanto riescono a produrre i quattro sulla falsariga di pagine liriche e sinfoniche del settecento. Gli input “antichi” vengono riattualizzati, passando al vaglio del filtro di personaggi curiosi e aperti a tutto, come lo sono i quattro protagonisti dell’album.


Maria Pia De Vito ha lavorato a fondo sul materiale a disposizione, traducendo anche alcuni testi dello Stabat mater in napoletano. La sua voce accarezza e modula in intensità le parole con una pronuncia attenta a rendere il carattere dell’epoca e a sperimentarci sopra con visione contemporanea. Michele Rabbia introduce sempre qualche elemento in grado di stupire. Il respiro delle percussioni, gli effetti elettronici spiazzano, disambientano, apparentemente, quanto elaborato dagli altri. In realtà non è un vero e proprio straniamento, anzi, sono colpi aderenti al discorso complessivo, ma articolati in una forma, in una modalità talmente sorprendente da risultare a prima vista alieni al contesto. Anche perchè Rabbia batte su qualsiasi oggetto. Fa scaturire figure ritmiche o rumori musicali isolati dalle più svariate fonti. È fondamentale il suo apporto sia quando suona, sia quando tace. Perchè sa ascoltare con orecchie spalancate. È sempre in tiro anche quando il testimone passa agli altri.


Francois Couturier e Anja Lechner possiedono un clichè tardoromantico e uno stile di marca ECM, come segni distintivi. Il pianista è solenne, meditativo, ma sobrio, mai ampolloso o fuori dal cotè del gruppo. Nei suoi assoli le note sono soppesate una ad una. Sembra che il musicista francese le esegua, liberandole, dopo averle a lungo pensate, lasciate decantare dentro di sé. Non si preoccupa di regalare swing, poi, né di infiorettare il suo solismo con le blue notes. Suona classico, ma da jazzista o da uomo che conosce sia l’avanguardia contemporanea in senso ampio, sia altri generi altrettanto ben digeriti e assimilati. La Lechner vanta una preparazione accademica solidissima. Il suo violoncello sottolinea la malinconia di fondo di molti brani, ma sa incalzare, rincorrere la voce della De Vito, ad esempio ne la Sinfonia per violoncello, rivelandosi duttile, disponibile, straordinariamente efficace in ogni frangente.


Non sempre i quattro uniscono i loro strumenti tutti insieme. Più spesso si dividono in trii, duetti o in solitaria con scelte pertinenti e indovinate.


Il disco contiene anche diverse improvvisazioni ispirate a Pergolesi, a firma dei componenti del quartetto. In effetti non si avverte alcuno iato fra queste composizioni originali, se così possono definirsi, e i pezzi attribuiti alla penna dell’autore oggetto dell’omaggio.


L’album si manifesta, in fin dei conti, come un sontuoso ripescaggio di un repertorio lontano nel tempo, ma reso vicino, prossimo a noi grazie principalmente a Maria Pia Devito, l’ideatrice di tutta l’esperienza, che ha coinvolto tre partners così compatibili, dall’interplay immediato o mediato da analoghe concezioni artistiche.Il Pergolese si pone come ottimo cd contenente musica colta e raffinata, ma abbastanza leggibile, in cui si distinguono echi popolari, non popolareschi, associati, però, allo stesso tempo, ad uno spessore, ad una caratura intellettuale complessiva di livello molto alto.