ECM Records – ECM 2274 – 2013
Giovanni Guidi: pianoforte
Thomas Morgan: contrabbasso
Joao Lobo: batteria
Il ventottenne Giovanni Guidi è la grande novità del jazz italiano di questi ultimi anni. Scoperto da Enrico Rava, che lo vuole nel suo progetto formato da giovanissimi musicisti emergenti, diventa con il tempo una risorsa essenziale per il trombettista triestino, come dimostra il recentissimo album Tribe.
Dopo le convincenti prove di Indian Summer, per l’etichetta Cam Jazz, e del più maturo We Don’t Live Here Anymore, in compagnia di tre ottimi musicisti americani, l’attenzione si sposta sulla costruzione della Unknown Rebel Band, composta da dieci musicisti, nella quale confluisce l’estro compositivo del pianista folignese che guarda a Carla Bley ed alla Liberation Music Orchestra di Charlie Haden.
Ora, quasi a coronamento della sua manifesta maestria, incide il suo primo album in trio in cui firma anche tutti brani. L’unica altra registrazione in trio risale al 2006, in compagnia di Francesco Ponticelli ed Emanuele Maniscalco, lavoro composto prevalentemente da cover.
Il produttore e fondatore dell’etichetta ECM Records, Manfred Eicher, propone a Guidi un progetto in trio e la scelta cade subito sul contrabbasista Thomas Morgan ed il batterista Joao Lobo, con i quali aveva già collaborato in passato anche se separatamente.
City of Broken Dreams sfodera dieci tracce semplici e lineari in cui la tendenza umbratile e quasi crepuscolare si manifesta prediligendo una freschezza e leggerezza compositiva che stupisce. Il pianista lavora per sottrazione con frasi brevi prediligendo l’aspetto melodico e un atteggiamento riservato e schivo esente da ogni virtuosismo. Guidi, in una intervista, ricorda come le sensazioni e l’umore del momento abbiano condizionato la direzione da dare ai brani. Un contributo importante è stato fornito anche dal luogo di incisione: l’Auditorio della Radiotelevisione Svizzera a Lugano, scelto ultimamente dall’etichetta per far prevalere il sound “live” delle registrazioni.
City of Broken Dreams, traccia che apre l’album, si presenta con un incedere fluttuante e un andamento circolatorio: i tre si studiano e si cercano.
La ricerca melodica e le progressioni armoniche si fanno più complesse con temi inusuali. Just One More Time ne è un esempio con il suo carattere contrappuntistico che lascia spazio ad un lungo assolo del contrabbasso di Morgan.
No Other Possibility introduce echi di free jazz con una struttura aperta e accordi sospesi.
The Impossible Divorce sviluppa il bellissimo tema introducendone piccole variazioni.
In conclusione si tratta di un progetto maturo e completo ma sicuramente non un punto di arrivo, come sostengono alcuni critici. È una tappa importante da cui ripartire con grande slancio.